Una mattina si alzò il sipario…

“Forse” questo un tempo, grande paese resterà a lungo come una nave incagliata in balia delle più dure tempeste.

La cosa più triste, forse la più dura “è”, e “ sarà” quella di essere nelle mani di incapaci, ma abili pasticcieri che sanno come intortarci o meglio come rifilarci la solita minestra sempre in maniera diversa.

Non ce che dire in questo nessuno al mondo ha le stesse capacità, la stessa destrezza del calcio d’angolo, lo stesso mimetismo.

A pagarne le conseguenze di tali acrobazie e funanbolesche azioni siamo tutti noi, il popolo ossimoro; ogni mattino si alza il sipario su un decennio o ventennio che sia, spacciato per il momentaneo, l’odierno; in realtà sono venti gli anni che ci stanno rifilando muffa e cancrena, mentre loro gli intoccabili vanno e vengono dalla luna dove pare abbiano pure la possibilità di rigenerarsi e ritornare sempre in scena più freschi che mai e noi, popolo di ossimoro? Sempre con le palle a terra, sfruttati e presi per il culo, beffati dalla solita banda del buco!

Il dafarsi lo conoscono anche i ciuchini.

E’ una farsa, una prosecuzione logica del precedente!

Un’immagine a sua immagine.

Un consolidamento dell’evanescenza.

Di per sé potrebbe sembrare contraddittorio come ogni ossimoro, ma la nostra vita quotidiana è un susseguirsi disordinato di ambiguità volute e ricercate; quindi tutti colpevoli e vigliacchi, incapaci di alzare la testa, ma che in silenzio preghiamo affinchè una mattina alzandosi il sipario su questa tribù ancestrale Ossimori, protagonista pure delle storie del mondo, capeggi nell’aria una nuova figura simile a quella che fu messa a testa in giù e pestata a morte massacrandola assieme alla sua storia, al suo passato mentre si cantava un nuovo inno, e si ascoltava nuove vantate arie di libertà.

Ma noi, Ossimori scendiamo spesso in guerra fra noi ma sempre e costantemente dopo aver dichiarato che lo facciamo per la pace, trasformandola anche in spettacolo riproposto nei telegiornali della giornata fino a sera…. Sempre la stessa minestra marrone su una tavola imbandita di cadaveri uccisi nelle patrie galere finanziarie.

Stupidamente ne seguiamo gli sviluppi in quell’altare imprescindibile dei riti consacrati da Sua Eminenza Evanescenza.

Viene il vomito, stiamo obbligatoriamente nei paraggi di “cesso” a causa delle improvvisate scariche diarroiche osservando le grandi sceneggiate in simultanea su tutti i canali televisivi.

Ricordo un tempo che iniziò con parole da sogno: indipendenza, autonomia, pacifica convivenza; poi si finì con far seguire a quelle parole fatti di segno contrario, andava di moda,

“ bella ciao”. Morti, manifestazioni, declino, irresponsabilità, rappresaglie economiche, razzie, alla fine la parola “ risanamento” arriva e noi siamo ancora oggi con quella parola in testa e in bocca ma sempre più sprofondati nella merda.

“ Risanamento” una parola costruita con lettere esplosive, crudeli, cieche, ignoranti. Concepita per colpire ovunque senza rispettare età, sesso; spazza via e sta spazzando via paesaggi, idee, speranze, risorse economiche, vite umane. Crea odio, solitudine, distruzione, ferite, violenza, cattiveria, impoverimento.

“ Risanamento” una parola per ricordare quanto sia semplice cancellare un popolo.

scimmia

Viviamo, noi Ossimori, da sempre lacerati fra passione e sofferenze. Essere lacerati fra consuetudine e passione, fra abitudine e mancate rivoluzioni senza sapere come uscirne, se non con la voglia di piangere e di mandare tutti affanculo.