Estate fiorentina, due eventi di danza al Museo Novecento

Il Museo Novecento apre le porte alla danza e lo fa nell’ambito dell’Estate fiorentina con ‘Parco Danza Firenze Estate’: Compagnia Opus Ballet e VersiliaDanza propongono due interventi performativi di danza venerdì 19 e sabato 20 settembre, rispettivamente alle 21.15 e alle 19.30. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. ‘Parco Danza Firenze Estate’ propone la valorizzazione della cultura contemporanea attraverso le arti performative, puntando su un ‘luogo nuovo’ della città che, per motivi diversi, offre l’opportunità di aprire a un nuovo orizzonte di dialogo e scoperta del patrimonio artistico e culturale nella ‘città (del) presente’. La danza contemporanea si mostra capace di interpretare, ricercare ed esprimere il presente nello stesso momento in cui traccia il profilo del futuro possibile e in questa chiave si fa strumento per un’esperienza diversa, trasversale, arricchita dallo spazio museale fortemente connotato dalla più alta e recente contemporaneità artistica. Il progetto Parco Danza è nato negli scorsi anni per l’Estate Fiorentina dalla collaborazione tra importanti realtà della danza in Toscana. Nel 2014 propone una vocazione nuova e una diversa attenzione specifica ai luoghi culturali della città. Mantenendo un programma di rete, il progetto vede il coinvolgimento di performer, nuove istanze e linguaggi, professionisti di grande rilievo artistico in azioni ‘site-specific’.

PROGRAMMA EVENTI

19 settembre ore 21.15

CLAK-Teatro Contagi / Versiliadanza Direzione artistica di Angela Torriani Evangelisti

ZONA INTERATTIVA#∞

di e con Chiara Cinquini, Chiara Innocenti, Leonardo Diana, Andrea Serrapiglio, Luca Serrapiglio

Il lavoro nasce nel 2013 quale naturale continuità della ricerca di Versiliadanza, già in atto dal 2009, con il progetto, per spazi non tradizionali, Visions – Intorno a una visione futurista tra l’interazione dei diversi linguaggi espressivi della scena contemporanea: danza, musica, video, luci e nuove tecnologie. Zona Interattiva è un progetto di ricerca coreografica e musicale che scardina il rapporto tra le due arti attraverso un nuovo senso contemporaneo d’interazione creativa. E’, infatti, proprio da questa volontà di ricerca che nasce il collettivo Clak, formato non solo da coreografi e danzatori, ma anche da due musicisti. Il progetto è un work-in-progress dove non si ravvisano spettacoli “finiti”, bensì tappe di un viaggio di cui si conosce l’inizio, ma non la fine. Un viaggio destinato a non esaurirsi fintantoché ci saranno energie sufficienti per continuare a interrogarsi sulla natura della danza, sul movimento nello spazio e nel tempo, sulla coreografia, sull’uso della tecnologia, sul rapporto con le altre arti. Un viaggio alla ricerca di una risposta a un problema di tuttora vitale importanza per l’arte del movimento: il rapporto con la musica. Spingendosi al limite, grazie all’uso delle moderne tecnologie, Clak ha sviluppato il concetto utilizzato dall’inventore sovietico Lev Theremin quando concepì nei primi anni del novecento il Theremin, il primo strumento musicale suonato senza contatto diretto, ma solo con il movimento delle mani nello spazio. Il collettivo ha creato strumenti tecnologici, studiati appositamente dai due musicisti, che utilizzano il sensore di profondità “Kinect” della Microsoft per creare suoni e musica grazie all’utilizzo di sofisticati software. Grazie a questo sensore è possibile, infatti, fare una mappatura completa del corpo, e utilizzare di conseguenza i dati ricevuti da ogni singola articolazione, come una manopola o un fader di un controller, un tasto di un pianoforte, una sequenza di accordi. Il danzatore si fa controller umano, che genera musica senza più il bisogno di toccare fisicamente un mixer o una tastiera. L’aria e il riferimento del corpo in base allo spazio faranno da tramite con i programmi del computer. Gli strumenti tecnologici permettono un diretto e intuitivo rapporto tra suono e movimento: suonare è comporre allo stesso tempo una partitura corporea, una danza. Lo spettatore sarà incantato da corpi che “suonano” l’aria. I danzatori in movimento generano la loro stessa musica. Completa il progetto una scrittura coreografica d’impronta surrealista, frutto di una ricerca non tradizionale, fatta di continua costruzione e decostruzione del corpo, fatto di angoli e linee, quale proiezione immaginifica. Un’indagine sulla complessa identità del corpo danzante: un corpo nient’affatto scontato, ben lungi dall’essere riducibile alla riproposizione di schemi tecnici o poetici prestabiliti. Il corpo, posto in una sorta d’assenza musicale, riesce a far nascere da sé qualcosa di nuovo. Un silenzio da cui tutto nasce: movimento e suono. Rifacendosi agli happenings degli anni sessanta newyorkesi, i quadri del progetto nascono anche dall’esigenza di un più profondo legame con l’ambiente esterno e le risonanze interiori che esso suscita. In questo modo si recupera una relazione consapevole ed evocativa con la natura e con l’architettura urbana a supporto del processo creativo e della produzione artistica. Lo spettacolo è dunque il risultato dell’interagire degli artisti con lo spazio che li circonda e può essere rappresentato sia in spazi tradizionali come i teatri, ma anche in spazi urbani, all’interno di hangar, palestre, musei, gallerie d’arte e scuole. Zona Interattiva è un progetto in divenire che è stato presentato, in diverse versioni, presso lo spazio I MACELLI – Teatro In Movimento di Certaldo (FI), a Cascina Valdapozzo Festival Valdapozzo Spettacolare (AL), al Festival Fabbrica Europa di Firenze, al Parco Danza Villa Strozzi– Perimetri abitati sulla contemporaneità Firenze; ed ha vinto il secondo PREMIO Ex-AEQUO del CONCORSO COREOGRAFICO DANZ’è – Festival ORIENTE OCCIDENTE ROVERETO 2013 e all’interno della stagione teatrale 2013/2014 del Teatro Cantiere Florida, Firenze.

20 settembre ore 19.30 Compagnia Opus Ballet Direzione artistica di Rosanna Brocanello

IPERURANIO

Coreografie Samuele Cardini Con Jari Boldrini, Barbara Boscaino, Samuele Cardini, Noemi Dalla Vecchia Lorenzo Di Rocco, Roberto Doveri, Gioia Martinelli, Aurelie Mounier

La giusta maniera di procedere da sé o di essere condotti da un altro nelle cose d’amore è questa: prendendo le mosse dalle cose belle di quaggiù, al fine di raggiungere il Bello, salire sempre di più, come procedendo per gradini, da un solo corpo bello a due, e da due a tutti i corpi belli, e da tutti i corpi belli alle belle attività umane, e da queste alle belle conoscenze, e dalle conoscenze procedere fino a che non si pervenga a quella conoscenza che è conoscenza di null’altro se non del Bello stesso, e così, giungendo al termine, conoscere ciò che è il bello in sé.(5). Platone

Ispirato al FEDRO di Platone, Iperuranio è un viaggio nell’immaginario, attraverso un incontro di menti, tra un’anima giovane ed una matura. I due personaggi danzano raccontando se stessi, attraverso il dialogo, la parola tradotta in gesto e l’osservazione: aspirano all’unità, alla bellezza, all’Iperuranio, luogo metafisico oltre la volta celeste, atemporale, dove solo lo spirito può risiedere. I discorsi narrati attraverso il corpo dei due personaggi vengono intervallati da quadri raffiguranti figure mitologiche, che traghettano i due in un mondo ancora più astratto, distaccato dalla realtà. Il progetto, nato come un duetto, si sviluppa in un lavoro coreografico site-specific che abiterà il chiostro (con le sue spaziali geometrie) del Museo Novecento e la terrazza che vi si affaccia, stimolando ulteriormente la performance coreografica e lo sguardo dello spettatore attraverso una duplice prospettiva: una “aerea” e una “terrena”.

Iperuranio è una creazione originale. Una inedita produzione site-specific della Compagnia Opus Ballet, per il Museo Novecento, realizzata con il sostegno della Regione Toscana e il Comune di Firenze.