Roma, ad ottobre difficoltà per pagare gli stipendi dei dipendenti dell’Atac
A lanciare il grido d’allarme è il sindaco Ignazio Marino. “Stiamo facendo dei tagli severissimi, ma al di sotto di 240 milioni di euro ci troveremmo ad ottobre in difficoltà per pagare gli stipendi dei dipendenti dell’Atac”. Per evitare il crac dell’azienda di trasporto pubblico, il Campidoglio necessita di 240 milioni. La Regione è arrivata fino a 140, con l’impegno di incrementare ulteriormente i trasferimenti già dal 2015. Ma ne mancano 100 da trovare entro il 20 settembre, data ultima indicata dal Governo per emanare le cifre definitive del Salva Roma. “Far funzionare il tpl di Roma costa all’anno oltre 500 milioni – sottolinea il sindaco – È chiaro che questo è un problema che non si può porre sulle spalle del presidente della Regione Zingaretti che ci ha già dato un aiuto generoso. Roma è la Capitale di Italia, se deve avere un trasporto pubblico all’altezza deve avere i fondi. E siccome questi fondi vengono da un fondo nazionale abbiamo presentato il problema a Palazzo Chigi”. “Fino al 2009 il Comune di Roma riceveva circa 300 milioni l’anno per il tpl: poi, nell’ultimo anno prima di Zingaretti, il fondo per Roma è stato azzerato”. Marino esclude rincari sui biglietti del trasporto pubblico. Resta un possibile un ritocco del prezzo degli abbonamenti, con quello annuale che potrebbe passare da 250 a 280 euro. L’unica strada percorribile in tempi brevi resterebbe quella del “prestito” da parte della gestione commissariale del debito capitolino precedente al 2008, che ogni anno incassa il 4 per mille dell’addizionale Irpef dei romani, proprio per ripianare un po’ alla volta quei debiti. L’ipotesi più praticabile è che il Campidoglio possa essere autorizzato, per quest’anno, a trattenere 100 milioni da destinare all’Atac. Si tratta di un metodo già usato, nel 2013, per chiudere i difficili conti del bilancio di previsione del Comune.