Giarre, medico del Pronto Soccorso lavora per 15 giorni in 9 anni

Il vincitore di un concorso al Pronto soccorso dell’Ospedale Sant’Isidoro” di Giarre, in nove anni ha accumulato solo 15 giorni di lavoro. Per nove anni ha presentato certificati di malattia alternati con aspettative, congedi familiari e permessi. Assunto nel 2005, il medico chirurgo, quarantenne, di origine messinese, ha avuto il tempo di prendersi una laurea in psicologia, un’altra in psichiatria e conseguire un dottorato di ricerca e svolgendo un’attività di consulenza medica nella sua città natale. Tutto questo non è passato inosservato all’Asp 3 di Catania che ha subito avviato un’inchiesta interna sulla eccessiva prolungata assenza del medico dal posto di lavoro. La segnalazione è arrivata dai capi reparti dei presidi ospedalieri di Giarre e di Acireale, attualmente accorpati, in seguito ad una riunione svoltasi nei giorni scorsi al Nosocomio di Giarre. Una riunione convocata per fare il punto sulla prolungata aspettativa del medico messinese mai sostituito e la contemporanea mancanza di medici nel Pronto soccorso del Presidio ospedaliero della cittadina jonica. Attualmente dal 20 luglio del 2009 fino al 30 giugno del 2014, in aspettativa per borsa di studio. Ma non finisce qui perché. Sarà ancora in aspettativa per il dottorato di ricerca fino al 31 dicembre del 2016. Il medico apparirebbe titolare di un sito web che pubblicizza l’attività privata libero professionale. Titolare anche di un altro sito per pubblicizzare anche l’attività “delle consulenze e dell’appoggio psicologico”, con tanto di scheda per la richiesta di preventivo di consulenza. Al momento la documentazione è al vaglio dell’Asp ma non è escluso che possa finire nelle mani della magistratura. Nel frattempo, a causa del budget limitato di cui può disporre la Sanità, l’ospedale non può sostituirlo con un altro medico di Pronto soccorso. “Sono perplesso, ma non preoccupato: ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione” rivela il professionista. “Intanto i 15 giorni di lavoro – osserva – sono un dato inesistente perché ci sono delle pause minime previste per legge. È invece vero che quando è nato mio figlio ho usufruito di cinque mesi di permesso parentale. Tutto secondo la legge”. L’assenza prolungata dall’ospedale, secondo il medico, “non ha procurato alcun danno all’Asp3 e neppure al pronto soccorso dell’ospedale di Giarre. I permessi di cui ho usufruito erano non retribuiti: io mi sono mantenuto con le borse di studio, che sono inferiori allo stipendio, e ho dovuto pagare tasse e iscrizione di tasca mia. E durante le mie assenze sono stato sostituito da una collega”. “È vero la legge è stata rispettata, ma l’ultimo permesso è retribuito e noi non possiamo sforare il budget e sostituirlo. Questo ci crea problemi di organico nell’assistenza ai malati e quindi vedremo se ci sono le condizioni per revocare l’aspettativa” afferma il direttore sanitario dell’Asp3 di Catania, Franco Luca.