Messa in sicurezza della collina di San Miniato, un software di allerta per la Protezione civile

La messa a punto di un software di allerta per la Protezione civile che stabilisce una soglia di velocità oltre la quale diventa massima la probabilità che si inneschi una frana, nell’ottica di aumentare la sicurezza dei residenti, della Basilica di San Miniato, del cimitero delle Porte Sante e della Basilica e dal Convento di San Salvatore a Monte: è quanto prevede il progetto speciale approvato nella seduta della Giunta di venerdì scorso per la collina del Monte alle Croci, storicamente interessata da fenomeni di instabilità del terreno che hanno sempre preoccupato i fiorentini. “Il software sarà operativo entro un anno e mezzo – ha detto l’assessore all’Ambiente Alessia Bettini – e sarà di grande aiuto nella definizIone di procedure di monitoraggio e allerta per garantire la sicurezza dei cittadini e preservare il patrimonio artistico della collina di San Miniato da fenomeni franoso in atto”. Ormai da più di 10 anni è in corso una ricerca scientifica che, attraverso la collaborazione tra la Direzione Ambiente del Comune e il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, ha permesso la realizzazione di un sofisticato sistema di controllo delle deformazioni del versante, costituito da una rete di sensori con interconnessione wireless monitorabili in tempo reale (termometrici, pluviometrici, misuratori di umidità e speciali dispositivi per la misura della velocità delle frane chiamati estensimetri). Attraverso l’analisi dei dati forniti da questa rete di sensori è stato possibile riconoscere bene la tipologia, la causa e l’estensione del dissesto. Si tratta di dissesti tipologicamente lenti e legati alle dinamiche delle acque della falda. Il movimento principale è molto lento (in questi anni di osservazione al massimo la velocità è stata di 0,5 cm/anno) ma deve lo stesso essere ben monitorato. Adesso l’amministrazione ha deciso mettere a frutto i risultati della ricerca condotta nel corso degli anni per creare uno strumento di allerta per la Protezione civile: a partire dai dati raccolti dalla rete dei sensori, una serie di analisi permetteranno la messa a punto di un modello di movimento che stabilirà una soglia di velocità oltre la quale diventa massima la probabilità che si inneschi un frana. L’obiettivo è che questo modello, implementato nel sistema generale di Protezione civile, permetta un tempo di allerta sufficiente alla messa in sicurezza delle persone ma anche sufficiente alla rimozione e all’allontanamento dei manufatti artistici soggetti a danneggiamento per crollo. Nel 1499 venne addirittura nominata una commissione composta dai più grandi scienziati ed architetti della città, Leonardo da Vinci, Jacopo Pollaiolo e Giuliano da Sangallo, per occuparsi proprio della stabilità della collina a seguito dei ripetuti crolli del campanile della Basilica di San Miniato che riconobbe nel dissesto idrogeologico la causa principale dei fenomeni. Al contrario della adiacente Costa dei Magnoli (nel 1547 ci fu una grande frana) non ci sono mai stati episodi rovinosi di frane distruttive però i dissesti del terreno sono sempre continuati lentamente ma fastidiosamente ed inesorabilmente.