Perugia, cresce offerta di servizi per la prima infanzia

“I nidi familiari non nascono in maniera alternativa o concorrenziale rispetto a quelli tradizionali, ma costituiscono un ulteriore tassello della rete dei servizi per la prima infanzia che,  così strutturata,  può certamente rispondere in maniera più efficace alle diverse richieste dell’utenza, sia nel sostegno ai compiti educativi, che nel conciliare esigenze lavorative e familiari”. Lo ha detto la vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria ed assessore alle politiche sociali, Carla Casciari, intervenendo stamani a Perugia  al seminario “La sperimentazione dei nidi familiari in Umbria: esperienze”.

   “E’ per questo che la sperimentazione dei nidi familiari, avviata in Umbria due anni fa,  rientra a pieno titolo nel sistema integrato dell’offerta fin dal momento dell’autorizzazione da parte del Comune e della sua supervisione, garantendo continuità e nuove opportunità di accesso ai servizi rivolti ai piccoli da tre mesi a tre anni  e confermando  a bambini e bambine il  diritto all’educazione da parte del sistema pubblico.  I nidi familiari  – ha  proseguito  –  si caratterizzano per una maggiore flessibilità,  in grado di rispondere soprattutto alla domanda di chi, per motivi personali o professionali o perché residente in piccoli centri, avrebbe avuto difficoltà a portare i propri figli in altre tipologie di  servizi oggi esistenti, magari ubicati in zone lontane.

“Le esperienze presentate oggi nel corso del seminario da famiglie, educatrici, enti e istituzioni – ha proseguito l’assessore – testimoniano che la sperimentazione attuata in Umbria ha prodotto significativi risultati per numero di  nidi attivati, 17 sul territorio regionale, e per la qualità di cura socio educativa che hanno saputo esprimere come esito di un percorso formativo, per 40 educatrici, a cui la Regione Umbria ha posto particolare attenzione. Le educatrici dei nidi familiari hanno partecipato ai monitoraggi, alle iniziative di formazione regionale, ai momenti di supervisione e alle proposte di confronto e scambio nelle proprie zone sociali, interfacciandosi continuamente con le figure di coordinamento di rete. Il percorso normativo e di formazione attivato dalla Regione ha consentito di garantire qualità nelle prestazioni e di accrescere la fiducia tra educatrici e famiglie.

Inoltre – ha aggiunto –  ha creato nuova occupazione con l’ingresso o il reinserimento nel mercato del lavoro di donne inoccupate e disoccupate, soprattutto giovani mamme a cui è stata data la possibilità  di conciliare la cura dei figli con un lavoro di  utilità sociale che produce reddito.

  Possiamo dunque dire che la sperimentazione ha ben risposto alla sfida che ci eravamo posti: garantire  qualità di cura ed educazione attraverso   una progettazione che alla custodia affiancasse il valore della proposta educativa. Ciò in un contesto particolare dettato dall’intimità di una  casa e da un piccolo gruppo, con caratteristiche diverse dai servizi organizzati e tradizionali,  e con una maggiore facilità di personalizzazione del servizio.

  I 17 nidi familiari sono distribuiti nei Comuni di Perugia, Deruta, Corciano, Assisi, Gualdo Tadini, Spello e Spoleto e sono gestiti da quattro  associazioni costituite delle ragazze che hanno seguito i corsi di formazione. Si tratta dell’”L’albero dei nidi” e “La casa delle tartarughe” (Perugia, Deruta, Corciano); “Per fare un albero” (Terni), “C’era una volta” (Assisi, Gualdo Tadino, Spello, Spoleto).