Identità e memoria collettiva, appuntamento con Maruzza di Pietro Floridia la passione oltre le regole sociali

identitàememoriacollettivaVenerdì 30 maggio alle ore 17.30 a Palazzo della Cultura (Corso Umberto I, 149) si terrà un incontro dal titolo “Maruzza di Pietro Floridia: la passione oltre le regole sociali”, organizzato dall’Unità operativa complessa di Psichiatria di Modica in collaborazione con la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi, nell’ambito dell’iniziativa “Identità e memoria collettiva – Tre linguaggi per raccontare il territorio”. L’incontro, terzo e ultimo appuntamento di “Identità e memoria collettiva”, è incentrato sulla “Maruzza” del celebre musicista Pietro Floridia (Modica 1860 – New York 1932). L’opera, composta nel 1894, racconta una storia di passione e pregiudizi, amore e morte ambientata nella città della Contea sullo sfondo della società contadina dell’epoca. Saranno Ausilia Pluchino al pianoforte e le voci narranti di Carmelo Gugliotta e Simonetta Cuzzocrea a far rivivere le atmosfere musicali e la trama dell’opera, mentre lo storico Giuseppe Barone inquadrerà la “Maruzza” nel milieu sociale e culturale della fine dell’Ottocento.   L’evento rappresenta il momento conclusivo di un percorso pensato per gli operatori sanitari e gli utenti dell’U.O.C. nell’ottica di una condivisione dei processi di cura, ma aperto anche alle Istituzioni e alla città, che si è articolato in tre incontri dedicati al linguaggio verbale (14 febbraio, “Il culto mariano nella tradizione popolare: le parole ed i gesti del conforto” di Marcella Burderi), architettonico (28 marzo, “Il complesso del Carmine a Modica: la memoria costruita” di Eugenia Calvaruso) e musicale. Tre linguaggi, un obiettivo comune: analizzare le modalità con cui l’individuo e la società riescono a superare i momenti di crisi e le difficoltà, attraverso il recupero delle radici e la consolazione, la ricostruzione e la trasformazione artistica, per suggerire nuove chiavi di lettura del disagio. Non a caso il Piano strategico per la Salute mentale pone l’accento sul ruolo sempre più centrale dei Dipartimenti di Salute mentale nella definizione di strumenti di prevenzione, cura e riabilitazione, non esclusivamente sanitari ma culturali in senso ampio.