Crisi, accordo firmato per la Corghi spa di Correggio

Accordo raggiunto per la ditta Corghi spa di Correggio a seguito della trattativa per la procedura di mobilità per 25 lavoratori e l’accordo per la Cassa integrazione straordinaria riguardante al massimo 525 lavoratori dell’unità operativa di Correggio.

“Siamo riusciti in sede provinciale a sottoscrivere un accordo condiviso tra le parti dopo tre mesi di confronto, prima in sede sindacale e poi in sede istituzionale. – ha commentato il vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi – È sempre difficile commentare accordi che prevedono esuberi e programmi di riorganizzazione con importanti sacrifici sociali, ma nella nostra Provincia certi percorsi possono essere valutati e accettati dalle parti coinvolte solo attraverso reciproco rispetto, condividendo il criterio della volontaria adesione dei singoli lavoratori e con il supporto di ammortizzatori sociali cautelativi come la Cassa integrazione guadagni straordinaria.”

“Questo – continua il vicepresidente Saccardi – è successo anche nel caso della Corghi s.p.a., una importante azienda del nostro territorio che si confronta quotidianamente nel settore produttivo delle attrezzature per gommisti con il mercato nazionale e internazionale, è importante quindi che l’azienda riesca a riorganizzare e razionalizzare la propria struttura aziendale con la condivisione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali”.

L’accordo, firmato dalla Provincia di Reggio Emilia, dal legale rappresentante e dal responsabile delle risorse umane della Corghi s.p.a. assistiti da Unindustria Reggio Emilia, dalla RSU aziendale e dalla FIOM CGIL di Reggio Emilia, prevede la volontarietà  individuale come unico criterio per la messa in mobilità. Contemporaneamente le parti hanno condiviso un percorso di Cassa integrazione straordinaria che integra la procedura di mobilità limitandone gli effetti sociali.

La ditta Corghi s.p.a. di Correggio opera nel settore industriale della produzione di attrezzature per gommisti (smontagomme, equilibratrici, ecc.) e complessivamente nei vari stabilimenti in Italia occupa circa 700 lavoratori.

“In questa fase economica – conclude Saccardi – sia a livello locale sia nazionale è fondamentale accettare le sfide economiche e produttive che il mercato europeo e mondiale pone. Le nostre aziende, i lavoratori, le istituzioni locali e organizzazioni sindacali hanno sul nostro territorio un importante e reciproco affidamento per condividere e gestire percorsi dolorosi con importanti tutele sociali, che permettano accordi che contribuiscano a uscire dalla crisi economica, creando condizioni di sviluppo e crescita con obiettivi comuni”.