Trieste, risparmio 3,5 milioni con nuove regole indennità mensa

In adempienza a norme nazionali e con l’obiettivo di ottenere risparmi di spesa, la Regione sta valutando ipotesi di rimodulazione della cosiddetta indennità di mensa che viene corrisposta quotidianamente ai propri dipendenti. La rivisitazione, oggetto di discussione nella passata seduta di Giunta sulla base di alcune analisi portate all’attenzione dell’Esecutivo dall’assessore alla Funzione pubblica, Paolo Panontin, si è resa indispensabile dopo le indicazioni giunte dal Governo nazionale sulla base del provvedimento di spending review del luglio 2012, tuttora inapplicato. In quel decreto legge si prescrive infatti che il valore dei buoni pasto attribuiti al personale, anche di qualifica dirigenziale, delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione non può superare il valore nominale di 7,00 euro. La Regione ora deve dunque adottare nuove regole per ottenere il medesimo risparmio che potrebbe avere introducendo il buono pasto, come indicato dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Il risparmio è stimato vicino ai 3 milioni di euro, rispetto ad una spesa di oltre 6,1 milioni di euro registrata dalla Regione nel 2013. L’indennità di mensa oggi erogata dalla Regione ai propri dipendenti è di 11,70 euro per i non dirigenti e di 11,00 euro per i dirigenti nelle giornate di effettiva presenza in servizio sia al mattino che al pomeriggio. I cosiddetti oneri riflessi a carico dell’Amministrazione del Friuli Venezia Giulia portano poi i due costi, rispettivamente, a 15,55 e 14,62 euro. Il buono pasto (contrariamente a quanto avviene per l’indennità di mensa) è invece esente da contribuzione ed imposizione fiscale sino alla cifra di 5,29 euro, lasciando all’azienda gli oneri riflessi sul restante 1,71 euro. Sulla base di alcune simulazioni formulate dagli uffici della direzione della Funzione pubblica, anche con l’introduzione di nuove regole per i dipendenti, nonché della possibile introduzione del buono pasto rispetto all’attuale indennità di mensa (Irpef compresa nel costo ma rientrante successivamente nelle casse della Regione e dello Stato), il risparmio per la Regione potrebbe toccare anche i 3,5 milioni di euro.