Milano, assistenza domiciliare, residenzialità, sostegno al reddito. Aumentano i servizi del Comune

Obiettivo: mille persone in più cui garantire l’assistenza domiciliare. Le Politiche sociali del Comune di Milano cambiano passo e aumentano la platea dei beneficiari, con un piano organico che riorganizza la gran parte dei servizi offerti secondo tre linee guida: potenziamento della risposta ai bisogni; equità nell’accesso ai servizi e nell’assegnazione dei contributi, attraverso l’introduzione dell’Isee come strumento di valutazione della condizione economica; rigore nei controlli per assicurare che assistenza e sussidi siano assegnati a chi ha veramente bisogno. Tutto ciò sarà attuato senza variare il livello di risorse messe a disposizione dal Comune: anche per il 2014 sono confermati 176 milioni di euro, cui si aggiungerà una quota statale ancora da definire. I provvedimenti per l’assistenza domiciliare, la residenzialità, il sostegno al reddito, il tavolo condiviso per la disabilità e il patto per la salute mentale che costituiscono il documento sul welfare, sono stati presentati oggi alla Giunta comunale che ne ha fissato anche i tempi di attuazione.

“Coerentemente con quanto stabilito nel Piano di sviluppo del welfare – afferma l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino – andiamo avanti nella direzione di una politica sociale per tutti. Con gli interventi sull’assistenza famigliare, il sostegno al reddito, le nuove forme di residenzialità ci poniamo l’obiettivo strategico di aumentare la platea dei beneficiari delle nostre azioni non arretrando di un passo sull’impegno delle risorse messe a bilancio. Siamo infatti per una spesa sociale che, nonostante i tagli subiti dal Governo e dalla Regione, ci permette di aiutare più persone. Inoltre stabilizziamo i percorsi di partecipazione riguardanti le disabilità e la salute mentale, convinti che lì non vi siano solo ‘utenti’ di servizi, prima di tutto persone e famiglie da coinvolgere nel nome dei diritti”.

Il nuovo modello di impegno è già partito nell’ambito dell’assistenza alle famiglie, aspetto che integra il sistema della domiciliarità. Da metà febbraio 2014 è già attivo “CuraMI”, il nuovo sportello badanti e baby sitter del Comune di Milano, realizzato in collaborazione con Pio Albergo Trivulzio ed Eureka.

Il servizio garantisce attività operative e attività strategiche, in coerenza con la nuova organizzazione dei servizi domiciliari: – individua i soggetti che sul territorio svolgono attività formale ed informale di incrocio domanda/offerta; – provvede alla loro mappatura; – li coinvolge «in rete» attraverso una connessione via WEB al software di gestione che si sta implementando;

Gli obiettivi dello sportello sono principalmente di mettere in rete degli operatori del settore e di individuare, attraverso la rete, il maggior numero possibile delle 32mila badanti stimate presenti sul territorio. In un solo mese di attività lo sportello ha sostenuto 3.197 colloqui (telefonici e allo sportello) con assistenti familiari, 638 colloqui con famiglie e ha intercettato 39 stakeholders. Ha ricevuto 2776 richieste di informazioni telefoniche, 2030 accessi allo sportello, 391 mail. Tra le novità del servizio, la possibilità di avvalersi di collaboratrici familiari con orario modulato in base alle esigenze di assistenza e alle possibilità economiche della persona e della sua famiglia: ed esempio, la formula della “badante condivisa” o di condominio, in grado di dedicarsi quotidianamente a più anziani che vivono nello stesso edificio o isolato.

L’offerta si amplia con l’assistenza domiciliare, che fornirà servizi più numerosi e più mirati alle singole necessità, ovvero interventi differenziati a seconda dell’utenza. Nel caso degli anziani, in particolare, saranno adeguati al livello di autosufficienza della persona, che può aver bisogno di un intervento per sé, sociale o assistenziale, o di un aiuto nella gestione delle faccende quotidiane e della casa: pasti e spesa, piccola manutenzione domestica, trasporti con accompagnamento, cure infermieristiche (iniezioni, flebo, somministrazione insulina e terapie salvavita), pedicure curativo, cura degli animali da compagnia, e altri possibili interventi che saranno proposti dal terzo settore. L’11 di aprile è stato pubblicato il bando che riguarda proprio la costituzione dell’elenco di soggetti che forniranno la nuova assistenza domiciliare per tutti.

La nuova assistenza domiciliare partirà il prossimo 1 settembre. Riguarderà gli anziani, ma anche le persone con disabilità, minori, famiglie e adulti in difficoltà. Due i principi introdotti: il primo stabilisce che una regia unica consentirà di limitare la duplicazione e la frammentazione dei servizi offerti; il secondo dispone che i servizi gratuiti continueranno ad essere garantiti senza variazioni di alcun tipo e con la sola verifica delle permanenza dello stato di bisogno del beneficiario (con Isee inferiore a 6 mila euro). In più, chi oggi è lasciato solo nella ricerca di assistenza domiciliare per anziani, minori e persone con disabilità, potrà rivolgersi Comune e ottenere, in regime di compartecipazione commisurata al reddito Isee, servizi finora cercati nell’ambito privato e informale e pagati a prezzi di mercato o in nero. Attualmente sono circa 5.500 le persone (minori, anziani e persone con disabilità) assistite a domicilio con una spesa complessiva di 14, 7 milioni di euro a carico del Comune attraverso una pluralità di interventi specifici capaci di rispondere ai bisogni dell’utenza: teleassistenza, visite quotidiane, collaborazione familiare con badante, ascolto, igiene personale e dell’abitazione, pasti a casa, spesa, trasporto a accompagnamento a visite mediche, attività motorie e fisioterapia,.

Con il nuovo sistema di servizi ci poniamo un obiettivo concreto e importante: aumentare fin da subito del 15% il numero degli anziani (l’utenza con maggior domanda di servizi) cui garantire l’assistenza domiciliare, per arrivare con il nuovo anno a mille persone in più.

Il secondo intervento ad essere adottato in ordine di tempo riguarda il sostegno al reddito. A luglio si prevede di pubblicare il bando del “Patto di riscatto sociale”, il nuovo strumento di assegnazioni di contributi a persone disoccupate, con o senza minori a carico, in cambio dell’impegno da parte del beneficiario a seguire un programma di interventi di inclusione sociale attiva per sé (formazione e ricerca di un lavoro) e di volontariato per la comunità. Il contributo di 1.200 euro sarà assegnato a coloro che possiedono un Isee inferiore a 6.000 euro. Tale livello è esattamente il doppio rispetto alla soglia di povertà indicata dal Governo per la “social card” che richiedeva un Isee non superiore a 3.000 euro. Il patto di riscatto sociale permetterà di aiutare 2.041 famiglie. La spesa complessiva assegnata a questa nuova azione contro la povertà è di 2.450.000 euro. Milano è la prima città a livello nazionale a proporre tale tipo di azione contro la povertà. La prossima settimana il Patto per il riscatto sociale e le altre misure per il sostegno al reddito saranno presentati al Ministro per il Lavoro e le Politiche sociali Giuliano Poletti. Con il bilancio di quest’anno, la quota erogata dall’Amministrazione Pisapia per il sostegno al reddito raggiungerà 100 milioni di euro.

Il terzo intervento previsto dal Piano riguarda la residenzialità temporanea cosiddetta ‘leggera’ ovvero all’accoglienza di anziani, persone con disabilità, mamme con bambini, adulti in difficoltà, in abitazioni come al alternativa alla sistemazione in strutture comunitarie come Rsa, comunità per minori, dormitori. Il Comune intende reperire 250 appartamenti, per ospitare temporaneamente (da sei mesi fino a due anni) circa mille persone all’anno, tramite un bando che partirà alla fine dell’estate. Questa operazione, oltre a un miglioramento del servizio in termini di accoglienza e accompagnamento della persona, consentirà al Comune di assistere lo stesso numero di persone con un risparmio stimato di 2,5 milioni di euro, che saranno reinvestiti sempre nell’ambito delle politiche sociali. L’attuale costo per la collocazione in strutture di residenzialità ‘pesanti’ (istituti, Residenze sanitarie assistenziali; Residenze sanitarie disabili) è di 4 milioni annui. Le attuali tariffe per residenzialità leggera in appartamenti variano dai 22 ai 29 euro pro capite; le medesime in residenzialità ‘pesante’ variano dai 59 ai 90 euro. Per un posto di residenzialità pesante risparmiato si ottengono risorse per 2/3 posti per la residenzialità in appartamento.