La vigna può rifiorire all’ombra della semplificazione burocratica

Ogni cantina del Fvg si relaziona con 15 enti diversi che deliberano, controllano e sanzionano, con un costo superiore ai 7 euro per ettolitro di vino prodotto. Perciò, Confagricoltura, con le organizzazioni di Agrinsieme, Federvini, Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federdoc e Federazione italiana vignaioli indipendenti, ha presentato alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato il Testo unico della vite e del vino i cui contenuti principali sono stati illustrati durante un incontro pubblico organizzato da Confagricoltura Fvg, a Rauscedo.

“Il susseguirsi di provvedimenti, a livello comunitario, nazionale e regionale ha creato nel corso degli anni, un coacervo normativo molto intricato ed eccessivo – spiega Piergiovanni Pistoni, vicepresidente di Confagricoltura Fvg e presidente della Federazione nazionale di vitivinicoltura -. Dalla vigna, fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione dei prodotti, le imprese devono ottemperare a un numero insostenibile di obblighi. Per questo, come organizzazione, ci siamo fatti promotori del Testo unico finalizzato ad accompagnare, dalla produzione fino alla movimentazione e alla vendita, i prodotti che hanno origine dalla lavorazione delle uve e a disciplinare l’attività dell’intero ciclo economico con le relative implicazioni normative di interesse settoriale e generale”.

L’istituzione di un registro unico dei controlli con la redazione di un piano annuale in materia da parte del Ministero delle Politiche Agricole; la creazione dello schedario vinicolo, gestito da Regioni, Province Autonome e Sian; via libera all’indicazione in etichetta, per i vini Dop delle Sottozone, che possono a loro volta diventare Denominazioni indipendenti; possibilità di vedere uno stesso vigneto rivendicato a Docg, Doc o Igt; conferma dei poteri ai Consorzi di tutela, in tema di “governo dell’offerta” e “coordino delle attività produttive e commerciali”; conferma della validità del principio dell’“erga omnes”, che ogni Consorzio potrà applicare a patto di rappresentare il 40% dei vitivinicoltori e il 60% della produzione della Denominazione, esigendo contributi alle attività di tutela e promozione da tutti i produttori che rivendicano la Denominazione, anche se non iscritti al Consorzio; possibilità per il Ministero di chiedere l’annullamento di una Denominazione se la superficie rivendicata è sotto una certa soglia sulla media degli ultimi tre anni; riforma del sistema delle sanzioni, che prevedono il “ravvedimento operoso” con multe di lieve entità in caso di semplici irregolarità sanabili in modo rapido, e via via più pesanti, in maniera proporzionata alla gravità della violazione; sostituzione, in molti casi, delle documentazioni e comunicazioni cartacee con il digitale. Ecco i punti chiave, del Testo unico. In un contesto economico difficile per i vitivinicoltori italiani, il supporto almeno amministrativo alla produzione interna, è considerato da Confagricoltura Fvg quanto meno doveroso vista la rilevanza economica e sociale del settore. La semplificazione è un fattore indispensabile allo sviluppo.