Roma chiama Lampedusa orti urbani per il lavoro dei migranti
Restituire a Lampedusa la vocazione agricola, dare lavoro e integrazione ai migranti che vi sbarcano. Questi gli obiettivi di Porto l’orto a Lampedusa, progetto di Terra!Onlus patrocinato da Roma Capitale e dal Comune di Lampedusa, consistente nella creazione di orti urbani sull’isola che fa da avamposto d’Europa per chi viene dalla sponda sud del Mediterraneo. Il progetto è stato presentato in Campidoglio dai due sindaci Ignazio Marino e Giusi Nicolini.
Con Porto l’orto, ha detto la prima cittadina di Lampedusa, si cerca di “recuperare il territorio sottraendolo all’ulteriore cementificazione e alle discariche, ricostruendo un legame con la terra che solo l’agricoltura può stabilire”. Per il sindaco Marino il progetto corrisponde pienamente alla visione ambientale dell’attuale amministrazione capitolina, vedi “la revoca, stabilita all’indomani dell’insediamento, della possibilità di edificare nell’agro romano e la decisione di assegnare quelle terre ai giovani agricoltori”. E al progetto, che offre opportunità d’integrazione al popolo dei barconi, la Capitale è interessata non solo simbolicamente ed eticamente, dato che “Roma è la città dove i migranti prevalentemente arrivano, con un transito di ventimila-trentamila persone l’anno”.
Per lanciare la campagna sull’iniziativa lampedusana è prevista una domenica speciale ai Fori Imperiali il 13 aprile, dalle 11 fino al tramonto. Gli ingredienti della giornata: raccolta fondi per sostenere il progetto mediante acquisto di gadget, concerti su un palco alimentato da generatori collegati a 128 biciclette, dibattiti, area bambini con laboratori su ecologia e uso sostenibile delle risorse.