Roma ti amo, la grande mostra giallorossa

Devoti della Magica, udite! Potete anche perdervi una partita di campionato per motivi familiari: la Dea Lupa, che di rogne domestiche e pianti di neonati s’intende, saprà capire e perdonare; ma non sperate nella sua magnanimità se non vi girate in lungo e in largo, almeno una volta, questa mostra.

Parliamo di Roma ti amo, prima grande mostra storico-documentale sull’AS Roma, sulle sue origini, sul suo passato remoto e recente, sugli uomini che ne hanno segnato e ne segnano la vicenda sportiva ma anche sociale e umana. E’ la stessa AS Roma ad averla voluta e pensata, ambientandola a Testaccio (where else?) negli spazi di Factory Pelanda all’ex Mattatoio. Allestita da Arthemisia Group e sostenuta da Roma Capitale (Assessorato Scuola), presentata a piazza Giustiniani nella stessa sede espositiva, Roma ti amo è la “summa theologica” del romanista doc e non può mancare tra i suoi appuntamenti. E poi non ci sono scuse, visto che l’esposizione è aperta al pubblico dal 18 febbraio al 20 luglio.

Oltre cinquecento pezzi tra cimeli, documenti (molti inediti), fotografie e trofei. Più di ottanta maglie storiche, un diluvio di prime pagine di giornali d’epoca: già così ce n’è d’avanzo per scatenare la febbre del tifoso assetato di cose giallorosse; per placare le brame – sempre un po’ feticistiche, ammettiamolo – dell’uomo di curva (Sud o Nord non conta, a questo proposito). Ma poi c’è la parte video interattiva e pure il calciobalilla con le facce dei campioni di ieri e d’oggi e anche il Subbuteo con le quaranta maglie più rare, a partire da quella di Dino Da Costa del ’57.

E vogliamo dire della scrivania di Italo Foschi, direttamente in arrivo dallo studio dove venne fondata l’AS Roma? O degli stendardi originali dei tre club – Fortitudo-ProRoma, Alba-Audace e Football Club di Roma – che, così come i villaggi latini sparsi sulle rive del Tevere formarono l’Urbe, diedero origine unendosi alla società giallorossa? O del primo scudetto del ’41-’42? O della serie completa dei volti gloriosi da Attilio Ferraris e Giacomo Losi al “Fornaretto” Amadei, al divino Falcao, all’indimenticato Di Bartolomei, al re del dribbling Bruno Conti, al bomber Pruzzo fino alle loro maestà contemporanee Totti e De Rossi? Possono bastare sei sale piene delle memorie di 87 anni di storia romanista, oltre 1.300 metri quadri, a togliere – come diciamo dalle nostre parti – la sete col prosciutto?

Se alla sesta sala non s’è raggiunta la pace dei sensi, per gli appetiti implacabili c’è la “sala di sintesi” con la serie completa di numeri, statistiche e curiosità. Qui campeggia, tra l’altro, una grande installazione della coppia “Brivido Pop”, un collage digitale che mette insieme – con evidente allusione al turbine della memoria calcistica nella mente del tifoso – vortici e spezzoni di titoli di giornale, foto, immagini video.

Come si accennava, tra le chicche della mostra spiccano il calciobalilla e il Subbuteo, o meglio una riproposizione ingigantita, dilatata e post-moderna di questi due capisaldi vintage della calciomanìa: il primo, venti metri di lunghezza, con enormi pupazzi di due metri e le squadre che riproducono, l’una, la rosa di quest’anno e l’altra i quindici della Hall of fame, i “mejo” d’ogni tempo eletti dai tifosi dagli anni ’30 agli albori del terzo millennio con le relative maglie; e l’altro, il Subbuteo, con le basi che sorreggono non riproduzioni di giocatori ma le quaranta maglie più introvabili della storia del club, con particolare riferimento alla più ambita, la numero 10. Very fetish…

E sul fronte dei documenti Roma ti amo dà in pasto al visitatore una galleria unica: centinaia di prime pagine del Corriere dello Sport dal 1927 ad oggi, come dire la storia del calcio romano e romanista scolpita dalle linotype. La carta stampata non basta? Niente paura: una “sala cinema” assai inusuale consente di alzare gli occhi al cielo e bearsi con ore e ore di filmati sulle imprese della Magica.

Tanta grazia, affermano i curatori, non si limita alla ricostruzione storica ed emotiva. Questa non è “una semplice mostra su una squadra”, è “la celebrazione del calcio come fenomeno sociale radicato nella cultura e nella storia del nostro Paese”. Ed è anche, tra installazioni e mega-biliardini, “un punto d’incontro tra arte e sport”. Ed è pure, come si conviene a una grande vetrina sportiva, un motore di solidarietà: il centro studi dell’Unione Tifosi Romanisti, che collabora sostanziosamente alla mostra portando rarità e cimeli, devolve il proprio compenso per intero all’ospedale pediatrico Bambino Gesù.

Larghissima la platea di partner, sostenitori e sponsor oltre Roma Capitale: in primis, per entità di apporto, Algida e Unipol-Sai Corriere dello Sport. A seguire una lunga fila con dentro, tra gli altri, TeleRadioStereo, Roma Channel e Trenitalia. Quest’ultima offre ai soci CartaFreccia due biglietti d’ingresso al prezzo di uno (esibendo la “carta di fedeltà ferroviaria” al botteghino), in considerazione del fatto che il Frecciarossa è il treno ufficiale dell’AS Roma.

“Attraverso il racconto di una delle società sportive più importanti e popolari del nostro Paese, questa mostra rappresenta un significativo pezzo di storia della nostra città”, ha detto il sindaco Ignazio Marino intervenendo alla presentazione. “Il calcio, nella Capitale, è spesso in grado di generare grandi occasioni di socialità e aggregazione”. Per Marino la mostra “ha anche il merito di mettere in contatto il mondo della cultura e quello dello sport, spesso distanti fra loro. E non è un caso che ciò avvenga proprio nel quartiere di Testaccio, luogo di riferimento per i sostenitori della Roma e sede di numerosi eventi e spazi culturali”.

Dal suo canto l’assessore Alessandra Cattoi (Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità) si è detta “felice” del fatto che il suo Assessorato “abbia messo a disposizione dellʼA.S. Roma una sede così suggestiva come lo spazio Factory alla Pelanda per accogliere questʼattesissima mostra”. Mostra “originale e inedita”, per Cattoi, “che rappresenta per i più giovani anche lʼoccasione di riscoprire i valori autentici della pratica sportiva come la lealtà, la correttezza e lʼimpegno”. E questo grazie alla possibilità di conoscere meglio “quei calciatori simbolo della squadra giallorossa che si sono guadagnati la loro fama non solo sul campo, ma anche nella vita”.

Roma ti amo

Factory Pelanda (Ex Mattatoio di Testaccio), piazza Orazio Giustiniani 4, www.museomacro.org Dal 18 febbraio al 20 luglio 2014. Orario apertura: martedì – venerdì 16-22, sabato e domenica dalle 10-22 (la biglietteria chiude unʼora prima). Aperture straordinarie 20 aprile 10–22, 21 aprile 10–22, 25 aprile 16– 22, 1 maggio 16–22, 2 giugno 16–22, 29 giugno 10–22.

Biglietti: unico 10 euro, ridotto gruppi 8 euro (prenotazione obbligatoria, minimo 15 massimo 25 persone), ridotto bambini 5 euro (4-11 anni non compiuti), gratis fino ai 4 anni non compiuti, ridotto speciale 8 euro.

Per informazioni e prenotazioni: 06-98373340,

www.mostraromatiamo.it,

www.asroma.it/romatiamo,

www.ticket.it/roma.