Manuela Cimino, Consigliere comunale, la disciplina comunale delle unioni civili non interferisce con il diritto di famiglia

Il regolamento per il riconoscimento delle unioni civili continua  a fare discutere i consiglieri dei vari schieramenti politici che siedono in Consiglio comunale. Dopo la risposta del rappresentante del Pd, Maurizio Tricoli, ad alcuni rappresentanti dell’opposizione, Camposano, Regalino, Spanò i quali si opponevano al registro delle coppie di fatto, è stata la volta del consigliere comunale Manuela Cimino anche lei appartenente alla Lista Scopelliti come il Consigliere Spanò, prendere le difese del regolamento che disciplina il registro delle coppie di fatto. È di poche settimane fa – afferma Manuele Cimino – la notizia che la quarta commissione consiliare del Comune di Crotone ha approvato, a maggioranza dei presenti, la trasmissione del Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili, redatto dalla stessa a seguito di sedute di commissione nelle quali si è ritenuto opportuno avere un confronto con tutte le associazioni interessate, favorevoli e contrarie. Prima di entrare nel merito della questione, ritengo sia necessario fare una piccola premessa, per me fondamentale alla luce di quanto scritto nei giorni scorsi dai miei colleghi della minoranza Camposano, Regalino e Spanò: come non essere d’accordo con i consiglieri quando evidenziano che Crotone sia ormai ridotta alla fame? La sommatoria dei problemi che affliggono la nostra città, dà infatti come risultato un male ormai sedimentato e difficile da estirpare, specie fino a quando nessuno di questi amministratori illuminati avrà il buon senso di fare un po’ di ordine, stabilire le priorità e soprattutto intraprendere un percorso finalizzato alla risoluzione dei problemi. Affrontata la premessa, posso ora tornare sulla questione in oggetto, posta alcuni mesi fa all’attenzione della quarta commissione consiliare che lavora su tematiche inerenti Pubblica istruzione, Turismo, Cultura e Sport. Per quanto mi riguarda – chiarendo che la valutazione dell’argomento non dipende da un’analisi politica bensì dal personalissimo pensiero dettato unicamente dalla “disciplina” della propria coscienza –  ho sin da subito espresso parere favorevole sul riconoscimento delle unioni civili; pur manifestando delle riserve su quanto concerne ”la scala dei valori”, ho partecipato con il consueto spirito collaborativoai lavori della commissione che ha provveduto alla stesura del regolamento, curandone sia la forma che i contenuti. La disciplina comunale delle unioni civili non interferisce in alcun modo con il diritto di famiglia; vorrei che questa frase estratta dal regolamento risuonasse chiara a coloro i quali danno un’interpretazione sbagliata di quello che è il reale significato di tutelare un’unione civile basata su vincolo affettivo. Sono la prima a credere fermamente e profondamente nel “valore” del matrimonio e nella famiglia tradizionale, ma sono altresì realista e cosciente di quella che è la situazione in cui versano molti giovani (e anche meno giovani) in questo particolare periodo storico. Il matrimonio oltre che un valore è una scelta; una scelta dettata dal libero arbitrio e non dall’imposizione di un rigido schema da rispettare. Eppure spesso si cade nell’errore di trarre conclusioni semplicistiche, senza porsi il problema dei mille motivi per i quali due persone scelgono di non sposarsi. Invito pertanto ad una maggiore sensibilità e, pur rispettando le differenti posizioni, invito anche al tentativo di sdoganare alcuni preconcetti radicati nella mente di molti. Certo non dimentico di esortare la quarta commissione consiliare ad operare in maniera più costruttiva su temi decisamente prioritari; di stabilire una gerarchia piramidale che veda in cima quegli argomenti che, se affrontati con l’intento del perseguire un risultato, potrebbero portare ad un reale sviluppo del nostro territorio. Un esempio su tutti, la volontà di pensare ad una nuova operatività nel settore turismo e ad una vera e propria “pianificazione” sociale, economica e culturale.