Torino, auto demolite le prime baracche dell’insediamento di Lungo Stura Lazio

Smontate questa mattina le prime baracche e trasferite tre famiglie Rom in una struttura residenziale (nella giornata di domani toccherà ad altre due famiglie). E’ iniziata così l’operazione che, sotto la supervisione della Prefettura di Torino, entro la fine dell’anno dovrà progressivamente portare al superamento del campo di Lungo Stura Lazio, con il trasferimento delle circa 800 persone presenti (dato relativo allo scorso mese di giugno, come risulta dal censimento della Polizia municipale).

Per i nomadi che hanno lasciato oggi l’insediamento spontaneo sulle sponde del torrente Stura per spostarsi temporaneamente in strutture di accoglienza del privato sociale (per il periodo di permamenenza le famiglie pagheranno canone d’affitto e altre spese come luce e gas), si tratta della prima tappa di un percorso da realizzare con i progetti finanziati con fondi messi a disposizione dal Ministero dell’Interno e vincolati ad affrontare i problemi legati agli insediamenti nomadi in città.

“Con l’avvio dei progetti finanziati con fondi ministeriali – spiega il vicesindaco Elide Tisi – la Città di Torino, le altre istituzioni e le associazioni coinvolte nell’operazione stanno lavorando con l’obiettivo di contribuire a dare una concreta e duratura soluzione ai problemi legati agli insediamenti Rom del torinese, non limitando gli interventi al solo superamento delle emergenze o spostando gli insediamenti”.

I capifamiglia dei nuclei che accettano di entrare in percorsi di accompagnamento e inclusione devono firmare un patto (Patto di emersione) che, tra gli impegni da assumere, prevede di mandare a scuola i propri figli, di seguire corsi di italiano, di prestare attenzione alle cure sanitarie per tutta la famiglia e di rispettare le leggi.

“Solidarietà e legalità – sottolinea il vicesindaco – sono legate indissolubilmente e da entrambe dipende la buona riuscita dei progetti di integrazione sociale e di superamento dei campi non autorizzati. Fondamentale risulta dunque la collaborazione con Prefettura e Forze dell’ordine”.

 Entro il mese di giugno, come previsto dal cronoprogramma del progetto per il campo di Lungo Stura Lazio, saranno 320 le persone che – attraverso il trasferimento in strutture residenziali cittadine, rimpatri volontari o altre soluzioni, come microinsediamenti nella regione o accoglienza nell’ex dormitorio di via Traves – lasceranno l’insediamento. Si prevede di completare le operazioni, come detto, entro la fine dell’anno.