Chiarimenti della Provincia di Potenza su relazione Ministero economia

In una nota stampa la Provincia di Potenza chiarisce la notizia data dagli organi di stampa sulla relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. “Il rigore e il contenimento della spesa pubblica – si legge nel comunicato dell’ente – hanno rappresentato bussola e riferimento mai derogati dell’amministrazione provinciale in carica, fin dall’inizio della consiliatura e ben prima delle leggi sulla spending review. Un impegno che non traspare dalla relazione del Ministero dell’Economia, la quale, al contrario, fornisce un quadro amministrativo a tinte fosche riportando, molte volte, giudizi approssimativi, forse a causa dell’analisi solo parziale dell’enorme mole di materiale informatizzato messo a disposizione dagli uffici dell’Ente (932 documenti per un totale di 10.000 pagine). Dalla relazione, il cui contenuto abbraccia, senza distinguerle, due diverse consiliature (gennaio 2008- giugno 2009 e luglio 2009 – maggio 2013), non si evince in alcun modo il contesto finanziario di riferimento, nè l’enorme taglio del trasferimento statale  imposto alla Provincia di Potenza negli anni 2011-2013 pari a 31 milioni di euro, ovvero l’80% delle entrate del 2012 a fronte di una media nazionale dei tagli inflitti alle altre province pari  solo a 35,03%. Una condizione insostenibile che non ha provocato il dissesto solo grazie alla determinata azione di contenimento e razionalizzazione dei costi, che ha consentito all’ente di predisporre un piano di riequilibrio finanziario nell’anno 2012 capace di contenere, senza traumi, la rilevante riduzione del trasferimento erariale. L’aver più che dimezzato, nel periodo ricompreso tra  2008 e  2012 le spese correnti (da 6.544.618,09 a 2.892.075,37  euro con un decremento del 55,81 per cento) è segno inconfutabile dell’indirizzo seguito e del  rigore applicato  nella gestione finanziaria dell’Ente. Anche sul versante delle spese della politica, l’Amministrazione ha attivato azioni efficaci di risparmio. Dai 3.374.803,56 euro sostenuti complessivamente nel 2008 si è passati ad un esborso di 2.354.561,08 euro nel 2012 con una riduzione del 30,23% della spesa. Tutto questo non emerge dalla relazione, come non emerge la mancata attribuzione per l’intera legislatura di progressioni orizzontali e verticali o l’incondizionata attuazione del principio della riduzione della spesa del personale che in soli 4 anni  è diminuita di 2,5 milioni di euro annui. Con le drastiche riduzioni di personale a tempo indeterminato derivanti dai pensionamenti e senza l’attivazione del turn over  (si consideri che l’Ente  oggi  ha un organico composto da  540 dipendenti, sottodimensionato di oltre 300 unità rispetto ai parametri previsti dalla legge) si registrano forti difficoltà nell’organizzazione dei servizi e nell’espletamento delle principali competenze funzionali dell’Ente. Tra le azioni di forte contenimento della spesa attivate dalla Provincia rientrano anche quelle connesse al personale assunto a tempo determinato. Si è passati da un costo di 1.567.309,94 euro dell’anno 2009 ad una spesa di  734.236,59 euro nel 2012, rispettando in pieno le previsioni della L. 183/2011. Si è realizzato, inoltre, il dimezzamento delle posizioni dirigenziali, da 16 a 9, a fronte di soli 5 dirigenti di ruolo in servizio. In tale quadro riguardo al legittimo reclutamento nel 2010 di 3 dirigenti a tempo determinato individuati con procedura selettiva (cui hanno partecipato 33 candidati) solo tra funzionari apicali dell’Ente che ne avevano titolo – riportato nel documento ministeriale con commenti opinabili  e non tenendo conto di orientamenti della giurisprudenza contabile che ne legittimano l’affidamento – va evidenziato che la scelta di privilegiare professionalità interne è stata effettuata al fine di valorizzare merito e competenza tra i dipendenti in organico, di accrescere l’efficienza dell’amministrazione e contenere la spesa complessiva per il personale, ottimizzando il costo del lavoro. Tale scelta, rispetto al conferimento degli stessi incarichi a professionalità esterne, ha consentito un risparmio immediato di oltre 200.000 euro all’anno. Infine, riguardo all’attribuzione dei pregressi incarichi dirigenziali, sprovvisti  del titolo di laurea, la contestazione ministeriale risulta infondata e irricevibile sia perché il conferimento avvenne nel 2003 e non già nel 2008 e 2009, sia perché all’epoca, nel 2003, la normativa generale consentiva l’attribuzione dell’incarico dirigenziale senza la laurea. Tuttavia, a partire dal 1° gennaio 2009, quegli incarichi non furono più rinnovati, determinando da quel momento il venir meno di ogni presunta anomalia”.