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Memorie d’inciampo a Roma, sampietrini nei Municipi per ricordare i deportati

Sono disseminate in tutta Europa, le pietre d’inciampo, stolpersteine nella lingua dell’artista tedesco Gunter Denmig che ha ideato il progetto di utilizzare dei sampietrini dorati per ricordare i deportati nei lager nazisti per motivi razziali o politici. Sono oltre 22.000 le pietre in Germania, Austria, Ungheria, Ucraina, Cecoslovacchia, Polonia, Paesi Bassi e Italia.

L’iniziativa “Memorie d’inciampo a Roma”, che torna per la quinta edizione, è stata presentata alla stampa dall’assessore capitolino alla cultura, Flavia Barca-. “Questa iniziativa ci permette di “inciampare” nella storia, camminando per Roma. Ha una valenza simbolica fortissima che lega arte e memoria. Il ruolo della cultura deve essere proprio questo: tenere vivo il ricordo. E’ per questo che i luoghi della cultura di Roma saranno pieni di appuntamenti a partire dal 17 gennaio prossimo fino al 31: dalla Sala Santa Rita, al Museo storico di via tasso, alla Casa della Memoria, al Museo di Roma in Trastevere, alle nostre Biblioteche, al teatro Quarticciolo e alla Casa delle letterature, solo per citarne alcuni”.

Questa volta sono 15 i sampietrini che lo stesso Denmig comincia a istallare lunedi 13, partendo da via dei Laterizi 27, l’abitazione da cui, il 13 gennaio del ’44, fu strappato Alberto Di Giacomo, addetto alle fornaci e noto alla polizia politica come anarchico. La posa delle pietre coperte d’ottone, con inciso il nome del deportato e la data della sua deportazione, prosegue martedi per ricordare la famiglia Pace (5 persone portate via dalla loro casa vicino alla Piramide); e poi ancora: Jean Bourdet e Paskvala Blesevic, rifugiati politici portati via da Regina Coeli, Settimio Spagnoletto, Lazzaro Di Porto, Dante Calò, Alberto Pascucci, la famiglia Sciunnach (3 persone).

Si arriva così a Roma a 206 pietre d’inciampo, che vanno ad aggiungersi alle migliaia che dal 1995 – anno della prima posa a Colonia – incrementano un’insolita mappa della memoria nella quale chiunque può imbattersi casualmente, o intenzionalmente se ci si muove sul filo della ricerca storica. Le stolpersteine – segni discreti, non retorici e anticelebrativi – costringono chi passa a interrogarsi sul tema delle persecuzioni e del valore della memoria. L’intero progetto è documentato nel sito www.memoriedinciampo.com.

Con l’edizione 2014, torna anche il coinvolgimento delle scuole di quartiere: il progetto didattico curato da Annabella Gioia e Sandra Terracina prevede che ogni Municipio coinvolto scelga una o più scuole cui affidare una ricerca storica sui perseguitati alla cui memoria sono dedicati i sampietrini. I risultati delle ricerche saranno pubblicati, come i precedenti, sul sito.

Presso la Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia è attivo uno “sportello”, curato da Daniela Mantarro ed Elisa Guida, a cui ci si può rivolgere per ricordare familiari o amici deportati con la posa di un Stolpersteine davanti alla sua abitazione (06 45460501 ecasadellamemoria@bibliotechediroma.it).

Il progetto, curato da Adachiara Zevi, è realizzato dall’associazione Arte in Memoria e vi collaborano, tra le tante associazioni, Aned (Associazione Nazionale Deportati), Irsifar (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza) e Cdec (Centro Documentazione ebraica). La quinta edizione di Memorie d’inciampo a Roma è realizzata con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, dei Municipi Roma I e Roma XIV di Roma Capitale e dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania e si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.

Redazione

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