Renzi lavora ad una legge elettorale condivisa

Il sindaco di Firenze monopolizza la scena politica e punta i fari sul sistema di voto trovando consensi. Per l’alleato Angelino Alfano positivo il “modello sindaci”. “Noi siamo pronti al lavoro sulla legge elettorale sul modello dei sindaci. L’impianto di quella legge è chiaro e ha funzionato – afferma il vice Premier – Non c’è bisogno di molte altre parole. Se si vuole si può. Noi la legge elettorale la vogliamo cambiare e subito”.

“Colgo con positività il metodo proposto dal segretario del Pd Matteo Renzi sia rispetto alla possibilità di incontri e consultazioni bilaterali, sia rispetto al fatto che abbia messo sul tavolo diverse ipotesi, tra le quali c’è certamente una soluzione ragionevole, utile a garantire governabilità piena, un limpido bipolarismo e chiarezza di scelta per gli elettori”. Così Silvio Berlusconi in una nota tornando a chiedere “un election day “per garantire una alta partecipazione”. 

Matteo Renzi elenca tre modelli: quelli della legge elettorale spagnola; della legge Mattarella rivisitata; e del doppio turno di coalizione dei sindaci. ”Pronti a cambiare verso alla politica italiana, rimpicciolita nelle proprie ambizioni da anni di pigrizia e conservazione”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua enews nella quale ha allegato anche una lettera da lui scritta ai partiti con le proposte di riforma elettorale. ”Da noi i cittadini oggi esigono rapidità di decisione e chiarezza delle posizioni. Oggi, primo giorno lavorativo del 2014, dobbiamo dimostrare di aver chiaro che non possiamo perdere neanche un secondo”.

La riforma sul modello della legge elettorale spagnola prevede una divisione del territorio in 118 piccole circoscrizioni con attribuzione alla lista vincente di un premio di maggioranza del 15% (92 seggi). Ciascuna circoscrizione elegge un minimo di quattro e un massimo di cinque deputati. Soglia di sbarramento al 5%.

La riforma sul modello della legge Mattarella rivisitata prevede 475 collegi uninominali e assegnazione del 25% dei collegi restanti attraverso l’attribuzione di un premio di maggioranza del 15% e di un diritto di tribuna pari al 10% del totale dei collegi.

La riforma sul modello del doppio turno di coalizione dei sindaci prevede che chi vince prende il 60% dei seggi e i restanti sono divisi proporzionalmente tra i perdenti. Possibile sia un sistema con liste corte bloccate, con preferenze, o con collegi. Soglia di sbarramento al 5%.