Firenze, doppia operazione fallimentare a beneficio di Ferrovie e costruttori

Questo l’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo. “135.000 mq, pari a 25 campi da calcio, sarebbero stati edificati a Firenze se fosse andato in porto l’inaccettabile Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2008 da Regione Toscana, Provincia e Comune che concedeva alle Ferrovie dello Stato s.p.a. di poter costruire in alcune delle zone più prestigiose della città.

All’epoca si levarono, insieme alla nostra, numerose voci critiche contro un’operazione che non prevedeva certo il recupero di aree ferroviarie dismesse da mettere a disposizione della collettività ma pura speculazione immobiliare in zone quali Porta a Prato, viale Belfiore, Centrale del latte, Campo di Marte e Romito.

E Ferrovie cosa doveva dare in cambio alla città? Cedere al Comune di Firenze solo i mq per la realizzazione della nuova sede del Maggio Musicale Fiorentino. Poco, pochissimo se si considera che Ferrovie da anni doveva decine di milioni di euro di infrastrutture stradali e ferroviarie che addirittura rischiano di non essere mai realizzate, e ha accumulato una serie di inadempienze nella realizzazione di interventi previsti dagli accordi per l’Alta Velocità.

Oggi, dato che la variante urbanistica prevista dall’Accordo del 2008 per fortuna non è andata in porto, il Comune deve comunque corrispondere a Ferrovie il costo di 17 milioni di euro per l’area su cui nel frattempo è stata costruita quella cattedrale nel deserto che è il Teatro dell’Opera. Ricordiamolo: in tempi di austerità e di tagli al FUS, 260 milioni di fondi pubblici per una scatola ancora inutilizzabile a cui mancano decine di milioni, con l’aggravante dei grandi giri di affari della ‘cricca’, i costi superlievitati, la Magistratura che ha aperto indagini.

Infine la variante urbanistica arriverà, come si affanna a assicurare l’amministrazione, anche se ridotta a un po’ più di un terzo: son sempre 50.000 mq su cui Ferrovie potrà edificare in zona di pregio aggiungendo nuovi appartamenti e vani che si andranno a aggiungere all’enorme patrimonio di invenduto che si va accumulando anche in questa città. Operazione cha va chiamata per quello che è: non qualificazione ma speculazione”.