Acquappesa, è morta anche Maria Brusca

Si aggrava il tragico bilancio dell’incidente della statale 18 tirrenica della scorsa settimana. La Fiat Seicento sulla quale le due ragazze viaggiavano ha sbattuto violentemente a bordo strada all’altezza di Acquappesa, paese nel quale le giovani vivevano. Erika Brusca, 27 anni, era stata sbalzata fuori dal veicolo e il suo cuore aveva smesso subito di battere. La sorella Maria, 24 anni, era stata soccorsa e condotta in ospedale anche se le sue condizioni apparivano gravissime. Oggi anche lei è deceduta.

Per il tragico impatto ci sono due persone sotto indagine. Erano entrambi a bordo di una Fiat Uno trovata abbandonata sul luogo dell’incidente. Secondo i rilievi, la vettura potrebbe aver urtato la Seicento delle ragazza facendola schizzare fuori strada. I due occupanti della Fiat Uno dopo l’incidente avrebbero parcheggiato poco distante la loro auto e si sarebbero poi dileguati a piedi senza prestare soccorso alle due ragazze. Per queste ipotesi investigative è stato tratto in stato di fermo l’uomo che era alla guida della Uno. Si tratta di Carlo Musacchio, 40 anni, di Acquappesa, già noto alle Forze dell’Ordine. Resta in carcere in attesa dell’udienza di convalida del fermo. Il reato di cui dovrà rispondere è quello di omicidio colposo. Secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine l’uomo al momento dell’incidente guidava in stato di alterazione psicofisica, sarebbe risultato positivo al test sugli stupefacenti e all’alcol. La seconda persona indagata per l’incidente è un amico che viaggiava con Musacchio. Anche lui è di Acquappesa. Quest’ultimo, che risulta incensurato, è stato denunciato a piede libero dai Carabinieri con l’accusa di omissione di soccorso.

Sempre secondo le prime ricostruzioni, i due occupanti dell’auto dopo l’incidente si sarebbero poi dileguati a piedi senza prestare soccorso alle ragazze. Per queste ipotesi investigative è stato tratto in stato di fermo l’uomo che era alla guida della Uno, Carlo Musacchio, 40 anni, di Acquappesa, in carcere con l’accusa di omicidio colposo. R.F. sono invece le inizialidell’altra persona a bordo della Uno: è stato denunciato a piede libero dai carabinieri con l’accusa di omissione di soccorso.