Poesia per l’estate, Gemma Mastroianni e la cassaforte del cuore

 

  Scriveva, qualche tempo fa, una mia allieva, tra lo studio e il verseggiare. “La poesia, è il linguaggio che permette di entrare nella profondità di tutte le cose e dei sentimenti, di comprendere a fondo tutte le situazioni e di accettarle cogliendone l’essenzialità la quale si traduce poi in versi.” Ed ancora: “ la poesia è il linguaggio dell’amore, l’amore di credere in ogni attimo che sia lieto o doloroso…L’importante è non tirarsi  mai indietro perché bisogna inseguire la vita e non farsi inseguire, lasciandosi travolgere, il tutto accompagnato dalla capacità di ironizzare quando le cose vanno proprio male!” Sono questi  pensieri, espressi fin qui, che fanno parte del patrimonio morale, del correre giovanile animato ma mai affannoso, delle vicende della vita di tutti i giorni, delle esperienze filtrate dalle emozioni di un animo che sa trasformare il proprio sentire in un sentimento universale: sono i pensieri che costituiscono il fondamento anche della poetica di Gemma Mastroianni, giovane poetessa-scrittrice lamettina di nascita ma ormai adottata da più anni da Cirò Marina. Ce lo dice chiaramente con la lirica Gocce di rugiada laddove scrive: “Mentre il tempo leggero trascorre/ io resto a guardare/ come fosse un fiume che, impetuoso,/ tutto trascina via.//Una ruga compare sul viso/ e annuncia una nuova stagione…/un sorriso accennato/ vuol dire che va bene così.// Non faccio progetti/ ma nemmeno bilanci,/ lascio solo che questa vita/ mi regali quello che ha in serbo per me.// Una mano lascio andare/ nel fresco fiume che va/ ed assaporo la bellezza della vita/anche se a volte regala lacrime.// Sono gocce di rugiada mi dico,/ sono pietre preziose/ che vanno gelosamente serbate/ nella cassaforte del cuore.” La “cassaforte del cuore” è quella della Mastroianni, la quale schiettamente, qualche tempo fa mi ha detto che la sua “passione per la poesia e la narrativa risale ai tempi della scuola…essa rappresentava un momento intimo nel quale i pensieri e i sentimenti si trasformano in versi, un momento mio, nel quale anima e cuore venivano lasciati liberi di spaziare e di volteggiare liberi dai freni della quotidianità.” Già, pensiero libero di volteggiare come in un caleidoscopio di emozioni che sgorgano dirompenti dando vita ad una poesia semplice ma vissuta, che fissa la quotidianità di ognuno di noi nella bellezza e nel dolce sentire dell’immenso. “Come coriandoli”, la lirica in cui l’amica Gemma ci dice che “ …Per questo vorrei rubare/ le ali ad un gabbiano/ vorrei volare libera da inutili miti/ e sentirmi finalmente vera.// Getterei coriandoli sulla città,/ coriandoli colorati, diversi,/forse qualcuno capirebbe che noi siamo così./ Piccoli coriandoli dalle forme varie. Belli ed unici./…” Coinvolgenti versi, di sicuro, che fanno parte di una bella e agile, seppur ancora inedita e mai posta alla riflessione degli altri, raccolta di poesie e racconti con la quale la nostra poetessa ci offre, come semplice mazzetto di campo, i fiori del suo giardino lirico. È poesia che senza eccessiva ricercatezza, ma con semplicità, canta la vita nelle sue più varie manifestazioni e ne vengono fuori immagini feconde e opache  che giocano a rimpiattino con la luce dell’anima  e della natura ed ecco una simbiosi di riflessioni e di pensieri che lasciano scorgere calore di sentimenti, fecondità di vita e d’amore. È poesia senza ricercatezza ma ricca di dimensione umana e sociale di azione, anzi racchiude una variegata sensibilità che conquista ed ammaestra. Basta leggere “Quasi invisibile” laddove la poetessa ciromarinese esprime tutto il suo disagio di fronte ad un mondo che consuma la sua quotidianità tra indifferenza, abbandoni, povertà di spirito e speranza, fiducia nonostante tutto. Leggiamola insieme. “Ho macinato chilometri di polvere/ ho parlato lingue mai conosciute e,/ con occhi sbarrati ed il cuore gonfio di graffi,/ sono arrivato sin qui.// L’indifferenza parlava alla mia anima/ e la tristezza era la sola compagna/ di tante notti insonni.// Come un automa giravo per le vie/ alla ricerca di gente uguale a me,/ una parola, sono sicuro, avrebbe risvegliato/ quell’uomo stanco che avevo dentro.// Come un fantasma, quasi invisibile,/ io camminavo tra facce ruvide,/ non mi vedevano né mi aiutavano/ ed io, da solo, ricominciavo.” Al postutto, si può dire che la poetessa Gemma Mastroianni si interroga e si racconta e lo fa interiorizzando liricamente la sua vitale partecipazione e mediazione fra storia personale e cronaca del mondo d’oggi. Si apre al dolore e alla pietà, con una presenza tangibile di speranza per il nostro domani, con tanto di messaggio di vita.