Rosarno, in manette Domenico Sibio esponente della cosca Pesce

Nel provvedimento restrittivo a carico del 35enne è stata contestata l’organicità alla cosca Pesce, operante sul territorio di Rosarno, zone limitrofe e Milano. A Domenico Sibio è stato contestato di avere svolto funzioni di supporto logistico e di tutela del latitante Giuseppe Pesce, 33 anni, divenuto reggente della cosca, in conseguenza dell’arresto del fratello Francesco e di aver fatto da tramite nelle comunicazioni di ordini e disposizioni tra il ricercato e gli altri affiliati operanti sul territorio nonché di avere provveduto, in modo continuativo, al sostentamento delle famiglie degli affiliati in posizione apicale detenuti, mediante raccolta e successiva periodica ripartizione delle somme di denaro provento di attività illecita.

Destinatari di tali somme, ammontanti a svariate migliaia di euro, erano, tra gli altri, Ilenia Bellocco, moglie del latitante Giuseppe Pesce, Maria Stanganelli e Mariagrazia Pesce, rispettivamente moglie e sorella di Francesco Pesce; la seconda figlia del boss Antonino Pesce, nonché moglie di Roberto Matalone.

Sibio è attualmente imputato In stato di libertà, nell’ambito dell’inchiesta “All Inside”, in corso di svolgimento al Tribunale di Palmi, per la partecipazione alla cosca mafiosa Pesce contestata sino al 21 aprile 2011. Lo stesso, in passato, era già stato colpito da due provvedimenti similari ma entrambe le volte si era reso latitante. Il forte legame esistente tra il latitante Giuseppe Pesce e Domenico Sibio, nonché la centralità di quest’ultimo nelle dinamiche criminali della cosca Pesce era stato ribadito, dai collaboratori di giustizia Salvatore Facchinetti e Giuseppina Pesce. Sibio, che in passato si era sottratto a due provvedimenti restrittivi emessi a suo carico, conscio dell’imminente sentenza del Tribunale di Palmi nell’ambito del processo “All Inside”, stava già progettando la sua fuga.