Gioia Tauro, omicidio Francesco Bagalà si teme la faida

Natale di terrore nella Piana reggina che si è svegliata nel giorno di Santo Stefano con la notizia dell’omicidio di uno studente universitario di 22 anni. Un delitto che va ad allungare una striscia di sangue iniziata l’8 luglio dello scorso anno con un altro assassinio. Ancora non ci sono elementi decisivi per dire che i due fatti siano legati, ma è questa l’ipotesi privilegiata dai Carabinieri che hanno indirizzato le indagini sul contesto in cui l’omicidio dello scorso anno è maturato. Un contesto da cui non è esclusa la ‘ndrangheta e che fa temere che ci sia in atto una faida.

Francesco Bagalà, iscritto all’Università di Messina, era tornato da pochi giorni a Gioia Tauro per le vacanze. Ha trascorso la serata con gli amici. Poi, in nottata, ha preso la sua auto per tornare a casa. Lungo la strada qualcuno, che forse conosceva, lo ha fatto fermare e quando l’auto ha accostato sul ciglio della strada, il killer ha fatto fuoco sparando almeno quattro colpi di pistola, due dei quali sono andati a segno, uno al torace ed uno alla testa. Francesco Bagalà era noto alle forze dell’ordine. Nel luglio dello scorso anno fu arrestato insieme ad altre tre persone per una rissa che fece da prologo all’omicidio di Vincenzo Priolo, ucciso l’8 luglio sempre a Gioia Tauro. Secondo la ricostruzione degli investigatori Bagalà, Priolo e gli altri tre, avevano compiuto una spedizione punitiva nei confronti di Vincenzo Perri che avrebbe reagito poco dopo sparando con un fucile contro Priolo, uccidendolo. Da quel momento Perri si è reso irreperibile ed è ancora ricercato con l’accusa di omicidio. Il delitto Priolo ha dato vita ad una scia di sangue che ancora non si è interrotta. Poche settimane dopo quel delitto fu ferito in un agguato Giuseppe Brandimarte, di 41 anni, zio di Perri. Il 26 febbraio 2012, invece, a cadere sotto i colpi dei killer è stato Giuseppe Priolo, di 51 anni, già noto alle forze dell’ordine, nipote, da parte della moglie, di Gioacchino Piromalli, ritenuto il boss dell’omonima cosca, e zio di Vincenzo Priolo. Il sospetto degli investigatori è che l’omicidio Priolo rappresenti l’inizio di una faida di cui l’omicidio Bagalà è soltanto l’ultimo episodio.