La Spezia, tratta di schiavi 22 nigeriani in manette

Gli arresti nell’abito dell’inchiesta “Caronte”, sono stati eseguiti dai Finanzieri tra Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Calabria e Campania. Tutti nigeriani, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e riduzione in schiavitù. L’indagine, coordinata dalla Dda di Genova, ha accertato che negli ultimi 3 anni la banda ha fatto entrare in Europa 10 mila clandestini. Cominciata nei primi mesi del 2011, l’operazione “Caronte” ha accertato che l’associazione criminale aveva il suo vertice in Nigeria, con ramificazioni in Stati africani (Niger e Libia) e europei (Italia, Francia e Germania). A coordinare le operazioni è stato il procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce, coadiuvato da Federico Panichi, della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova. Oltre alle 22 arrestate, sono state denunciate altre 54 persone. Le ultime operazioni oggi a Torino, Milano, Verona, Reggio Emilia, La Spezia, Crotone e Salerno. L’organizzazione nigeriana individuava “quote” di clandestini, per lo più donne, da inviare in Europa. Alle ragazze veniva promesso un posto di lavoro, ma una volta espatriate venivano sistematicamente costrette a prostituirsi. Calcolato che negli ultimi 3 anni sono state fatte entrare clandestinamente in Europa circa 10 mila persone. I clandestini venivano condotti prima attraverso il deserto del Niger e della Libia, poi ammassati in campi di concentramento lungo le coste libiche, in attesa di essere trasferiti a Lampedusa. Successivamente venivano smistati ai centri di accoglienza di Puglia, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. Nigeriani già residenti in Italia si attivavano per farli fuggire dai centri a prenderli alle loro dirette dipendenze.