Le cliniche private calabresi vanno difese dal decreto Balduzzi

Il Governo trovi soluzioni per Regioni comela Calabriasottoposte a piano di rientro Tutto va bene per alcuni settori politici a proposito di ciò che si sta mettendo in essere per il rientro della pubblica sanità calabrese, ma dallo stesso versante non si condivide quanto si vorrebbe fare con la sanità privata attraverso il decreto Balduzzi. Decreto non condiviso da Salvatore Pacenza, Consigliere regionale del Pdl, nella parte riguardante il taglio degli enti privati con meno di 80 posti letto. La sanità, pubblica e privata deve, invece, rappresentare per tutti i politici un baluardo da difendere sempre contro qualsiasi ridimensionamento che penalizzi il cittadino.  “Il governo riveda la sua posizione in merito ai contenuti del cosiddetto ‘decreto Balduzzi’ – ha affermato Pacenza – nella parte in cui esso estromette dal sistema ospedaliero tutti quegli enti privati con meno di 80 posti letto, soprattutto per regioni comela Calabriache sono state sottoposte ai tagli previsti dai Piani di rientro”. I contenuti del disegno convertito in legge sulla sanità pubblica del 13 settembre 2012, n. 158 recante “disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”.  In settimana,la Conferenza Stato-Regionidiscuterà la parte del provvedimento che riguarda il regolamento di riorganizzazione della rete ospedaliera nazionale in cui sono previsti pesanti tagli ai posti letto della strutture private convenzionate col sistema sanitario. “La scure dei tagli – scrive l’onorevole Pacenza – si è già abbattuta veemente sulla sanità della Calabria negli ultimi due anni. Adesso, proprio nel momento in cui si stava rimettendo in piedi la fragile struttura del sistema sanitario calabrese (operando in anticipo chiusure, tagli, razionalizzazioni e riorganizzazioni interne), arrivano quelle disposizioni previste dalla nuova legge sulla sanità pubblica a spezzare il debole equilibrio ricreato sull’interazione tra pubblico e privato che in questa regione garantisce la salute del cittadino. Solo tre delle 23 cliniche private calabresi, infatti, avrebbero i requisiti di idoneità per poter vedersi rinnovato l’accreditamento col sistema sanitario regionale. Non è accettabile! Soprattutto in considerazione del fatto che il regime commissariale ha ulteriormente ridotto il disavanzo sanitario calabrese nel 2012 portandolo a circa 85 milioni di euro (rispetto ai 254 milioni del 2009, ai 219 del 2010 ed ai 110 milioni di euro di disavanzo del 2011). Bisogna concedere quantomeno una deroga per quelle Regioni che stanno perseguendo un’azione virtuosa di recupero e riorganizzazione dei rispettivi sistemi sanitari, altrimenti destinati al collasso. Auspico per tanto – conclude Pacenza – chela Conferenza Stato-Regioniin programma questa settimana possa trovare un giusto compromesso davanti a difficoltà oggettive che metterebbero davvero in seria discussione il mantenimento di quei livelli di assistenza al malato fissati dal diritto alla salute e garantiti dalla Carta costituzionale”.