Due calabresi ricercati nella Capitale per l’omicidio di un sudanese

Lo straniero di circa 30 anni è stato raggiunto da un colpo di pistola al torace mentre discuteva con il suo assassino nel Parco degli Acquedotti a Roma, alla Tuscolana. Gli agenti della Squadra Mobile sono sulle tracce di due calabresi, padre e figlio, scappati a bordo di un’auto. La vittima, che in passato aveva lavorato in un bar, si era presentata ad un appuntamento al Parco degli Acquedotti, ed aveva portato con sè il certificato dell’ultima sanatoria per la regolarizzazione degli immigrati. Poi un’accesa discussione con un uomo che indossava occhiali da sole e un giaccone grigio. Forse ra un suo ex datore di lavoro o qualcuno che gli avrebbe permesso di ottenere il certificato per quella sanatoria. La discussione è finita con tre spari di pistola calibro 38, uno, mortale, lo ha colpito al petto mentre gli altri due sono andati a vuoto. Tutto fa pensare,  secondo gli investigatori, ad una lite per motivi di lavoro.

A quanto emerge dai contatti sul cellulare del giovane sudanese, le discussioni con il presunto datore di lavoro potrebbero essere cominciate già al telefono. Il killer con molta probabilità sarebbe il gestore di una serie di locali in Calabria, Umbria e Marche. È certo che non si tratta di un professionista, ma di un uomo che ha agito senza preoccuparsi di lasciare tracce del delitto.