Giorgio Battistelli al Cantiere Musicale internazionale di Mileto

Nel 1969 il poeta-cantante brasiliano Marcus Vinicius de Moraes insieme a Giuseppe Ungaretti (che si erano incontrati in Brasile nel 1937), ai cantautori Sergio Endrigo e Toquinho, hanno composto un album che porta un titolo emblematico: “La vita, amico, è l’arte dell’incontro”.

A Mileto, nei giorni scorsi, si sono incontrati i fili della musica nelle trame della biografia estetica di due musicisti, che per certi versi, sono speculari e paradigmatici. È andata in scena la storia di uno dei compositori più originali e più importanti a livello internazionale, Giorgio Battistelli, che con la straordinaria intuizione nata nel 1981 di Experimentum Mundi (un’opera di teatro musicale che ha come protagonisti sedici artigiani, quattro voci femminili naturali, un percussionista e un attore) ha aperto strade impensabili con oltre 400 rappresentazioni in tutto il mondo elevando al rango nobile di musica i ‘corpi sonori’ degli artigiani di Albano Laziale, donando un nuovo statuto estetico alla materia compositiva musicale: un’orchestra di artigiani che interpretano un’opera attraverso le loro creazioni manuali. Si tratta di una sperimentazione in cui si incrociano culture, esperienze, conoscenze, memorie. A questa storia ha fatto da contraltare quella di Roberto Giordano.

All’idea di cantiere come luogo di maestranze che lavorano insieme, di opera in fieri, si intreccia l’incontro con il giovane pianista che ha attraversato i mondi per ritornare là dove la sua vita è scaturita. Il suo può essere declinato come un viaggio nel segno del ‘nostòs’, del ritorno: un novello Ulisse che decide di ritornare nella sua Itaca per ricominciare a viaggiare. Ma è anche un incontro di utopie che diventano realtà. Dentro queste dimensioni esistenziali vi sono risonanze segnate da coincidenze di carattere simbolico che aprono alla iniziazione di percorsi mai prima sperimentati.

Ci sono più letture che si possono fare di uno stesso testo (nel suo significato etimologico di textus, tessuto, intreccio) che possiamo definire come arte dell’interpretazione che anticamente ha assunto la forma della divinazione: una tessitura di suoni e di significati che si diffonde nel tempo e nei luoghi per dare senso alle azioni e alle emozioni; gli stessi luoghi acquistano la categoria di genius loci, in cui si manifesta lo spirito immanente che ha abitato e segnato quel determinato ambiente, come travaso metastorico di anime e di presenze. L’esempio è dato da Palazzo San Giuseppe, diventato sede del Cantiere musicale internazionale, intitolato con una targa, nell’occasione, all’opera di Giorgio Bastittelli Experimentum Mundi, spirito che anima l’istituzione nella sua aspirazione antropologica all’interazione con l’identità del territorio, in una sorta di archeologia umana ed estetica che riemerge attraverso il lavoro in itinere, con gli strumenti musicali e con i sentimenti che prendono corpo, in una continua “esperienza sperimentale”. Ecco perché il Cantiere nato a Mileto 2 anni fa ha incrociato l’Experimentum Mundi di Giorgio Battistelli, sancito  dall’evento che si è vissuto a Mileto il 15 settembre, che Roberto ha voluto suggellare donando al compositore il follaro, l’antica moneta che veniva coniata quando Mileto era capitale della contea normanna.

Lo stesso pianista e artefice del progetto, non nascondendo la sua immensa felicità per la presenza dello straordinario compositore, ha definito Experimentum Mundi “l’opera più fantastica del XX secolo, sublimando gli artigiani alla categoria di musicisti”, senza tacere le coincidenze: composta nel 1981 quando il pianista nasceva; e alla stessa età, 28 anni, mentre Battistelli dava vita al suo cantiere con gli artigiani di Albano, il pianista concepisce il Cantiere musicale internazionale, come un investimento sul territorio per il territorio, con una ricaduta sul tessuto culturale rappresentato dalle nuove generazioni a cui offrire l’opportunità di costruirsi il loro universo personale attraverso l’arte e la cultura. L’incontro quindi si è caricato di significati che rievocano storie di identità che entrano in risonanza, come sottolineato da Valentina Lo Surdo, la giornalista di Rai Tre esperta di musica classica, che ha presentato l’evento intrecciando la storia di Battistelli con quella di Giordano, creando un contrappunto tra le due esperienze, dopo essere stata proprio lei 2 anni fa, a fare da madrina al Cantiere musicale, come una sacerdotessa che conferisce il crisma dell’iniziazione. Una grande sfida, un sogno, che a due anni di distanza si delinea come un’opera rivoluzionaria che non ha eguali a livello nazionale, per la sua funzione sociale e pedagogica, ma soprattutto per il contributo culturale e artistico.

La capacità di scommettere e di prefigurare gli scenari futuri è stata sottolineata dall’assessore alla Cultura della Regione Calabria Mario Caligiuri. Nel suo intervento ha colto l’occasione per testimoniare, con la sua presenza, l’omaggio al grande compositore ospite, ma anche per sottolineare il valore storico, artistico e culturale di un’operazione Cantiere a Mileto, accostandolo al messaggio che è partito 30 anni fa con Experimentun Mundi. “È necessario partire dalla cultura per un riscatto – ha affermato Caligiuri – costruire modelli di sviluppo basati sulla cultura come il Cantiere, un esempio unico in Italia che si autofinanzia; ma anche quello rappresentato dall’orchestra giovanile che è stata diretta da Riccardo Muti (il riferimento al concerto che si è svolto a Reggio) diventata un autentico fenomeno sociale in cui “la musica oltre a formare salva”. Dopo l’excursus prefigurato dall’assessore Caligiuri sull’importanza della cultura non solo come momento formativo, ma anche creativo, sociale ed economico con citazioni e protagonisti della storia della Calabria, vestendo i panni di protagonista di intellettuale che riflette sul futuro della  regione, l’intervento di Battistelli ha catalizzato l’attenzione dei tanti presenti sul rapporto delle diverse culture con un arte come la musica che si è aperta  a nuove forme compositive,  artistiche e comunicative; ma anche come modello con cui si costruiscono gli strumenti culturali di approccio ai fenomeni estetici e antropologici, come ad es. la definizione di rumore e di suono che è “di natura culturale”. Ma è stata l’occasione per legare la sua storia con quella del Cantiere musicale internazionale, segnata dal rapporto che si innesca tra curiosità e desiderio: “voler costruire un’utopia che sembra andare controcorrente”, ha spiegato, ma che ha permesso “un’acquisizione di identità culturale” interagendo tra il micro ed il macro: “Il cantiere ha una forte identità con il territorio e una funzione di decentramento culturale e vi è anche una corresponsabilità di natura politica”. Così come è avvenuto con la concezione di Experimentum Mundi: “Mi sono posto il problema di come salvare gli antichi mestieri che appartenevano alla mia infanzia. Ho costruito una partitura musicale basata sul ritmo asimmetrico e sulla differenziazione dei colori”.

Il suo discorso è stato connotato non solo da considerazioni di estetica musicale ma anche di carattere filosofico e antropologico, partendo da una constatazione: che il presente è estremamente complesso e che si definisce non più come orizzontale. Battistelli ha spiegato che non c’è più una sequenza temporale ben delineata con un prima e un dopo. Con la tecnologia c’è stato un mutamento di natura antropologica e il rapporto con la conoscenza e con il tempo si verticalizzato. Questo mutamento si riscontra nei fenomeni contemporanei dove si fa esperienza di una stratificazione che prima non era possibile vivere, come è accaduto con la musica contemporanea (esempio emblematico Schönberg che ha ideato la tecnica della dodecafonia, secondo il principio della pantonalità, in cui si è allargato il perimetro percettivo; il compositore austriaco infatti affermava che “nella musica non c’è forma senza logica e non c’è logica senza unità”; così pure con Experimentu Mundi, in cui è vivo il rapporto con la verità e dove la realtà non è più rappresentata, ma presentata).

La vasta produzione compositiva di Giorgio Battistelli, caratterizzata dal costante dialogo con le altre forme creative, con uno sguardo privilegiato al teatro e alla tensione drammaturgica, e dalla continua istanza nei diversi campi della ricerca espressiva, avrà il privilegio di inaugurare l’Expo2015 aMilano, avendo ricevuto la commissione del Teatro alla Scala per la scrittura dell’opera “An Inconvenient Truth”, su testo di Al Gore.