Governo e Parlamento aprono al franchising

Il mondo del franchising registra con soddisfazione una apertura di interesse da parte di Governo e Parlamento e cerca di mettere assieme le proposte da presentare alla politica, sperando in provvedimenti a breve termine che possano favorire lo sviluppo del franchising. In questa ottica si inquadra il sondaggio tra gli operatori del franchising, svolto nel luglio 2012 e presentato oggi a Milano, che individua con precisione i tre grandi problemi del franchising: il credito bancario, la consulenza e la burocrazia.

La ricerca, effettuata da Confimprese, BeTheBoss e QUiCKFairs è stata presentata da Mario Resca, presidente di Confimprese e Giuseppe Bonani, consigliere di BeTheBoss.it, e commentata da autorevoli “addetti ai lavori”: Tiziano Treu  vice presidente X Commissione Permanente Lavoro del Senato, Giuseppe Capuano della Direzione Generale PMI del Ministero dello Sviluppo Economico, Raffaello Vignali, vice presidente della Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati.

“L’interesse crescente per il franchising che abbiamo registrato negli ultimi mesi in ambienti governativi, ministeriali e parlamentari – ha spiegato Mario Resca – ci ha spinto a fare un sondaggio tra gli operatori del settore per mettere assieme un quadro di proposte il più accurato possibile. Franchisor e franchisee hanno risposto con interesse e in tanti al sondaggio proposto a testimonianza della vitalità di questo settore, che intuisce le potenzialità attuali di una crescita significativa”.

“Va notato che il franchising italiano è cresciuto dello 0,6% nel 2011 – ha precisato Resca – raggiungendo 22 miliardi di fatturato, con circa 1000 franchisor, 54 mila punti vendita affiliati e 186 mila addetti. Ma si tratta di una crescita frenata per un comparto che è ancora poco diffuso in Italia, basti pensare che se negli Stati Uniti c’è un negozio in franchising ogni 389 abitanti, in Italia ne abbiamo uno ogni 1.125 abitanti”.

Nel contesto dell’attuale crisi dell’economia italiana, con fabbriche e negozi che chiudono e la disoccupazione che avanza, il settore del franchising si pone come un’opportunità rilevante sia per chi cerca lavoro che per le imprese del comparto. L’affiliazione commerciale (franchising) garantisce a chi vuole mettersi in proprio una relativa sicurezza nell’avvio di una attività autonoma, grazie al sostegno di quei gruppi imprenditoriali affermati con i quali si va a collaborare. Ma la formula del franchising risulta vantaggiosa per le imprese che vedono nella formula dell’affiliazione la possibilità di ampliare più facilmente la rete dei propri punti di vendita.

“Il sondaggio offre molti spunti di riflessione – ha affermato il sen. Tiziano Treu – per esempio sulla possibile ‘moral suasion’ che il governo può esercitare sulle banche affinché finanzino settori come il franchising. Ma ancor più del credito, ritengo che il maggior ostacolo allo sviluppo del franchising sia rappresentato dalla mancanza di una assistenza costante, che segua l’aspirante franchisee in tutto l’iter dell’affiliazione commerciale”.

Sulle ricadute in termini occupazionali del franchising è intervenuto il dott. Giuseppe Capuano che ha sottolineato come “dalla ricerca emerge un notevole interesse delle donne per il franchising, un settore che può quindi dare un contributo ad alzare il tasso di occupazione femminile, oggi fermo al 46%”. Per il dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico “uno strumento che può favorire il franchising è il Fondo Centrale di Garanzia che in pratica fornisce alle imprese una garanzia di affidabilità da presentare alle istituzioni finanziarie”. Capuano, infine, ha assicurato che le istanze del settore, evidenziate dalla ricerca, saranno prese in seria considerazione al Ministero.

Sulla questione del credito è intervenuto anche l’on. Raffaello Vignali che ha spiegato come possano intervenire sia la parte pubblica che quella privata: “Quella pubblica attraverso il Fondo Centrale di Garanzia o le agevolazioni per le start up; quella privata tramite accordi di associazioni con le banche, si veda l’accordo di Confimprese con Unicredit ed altri”. Vignali ha anche sottolineato come le caratteristiche del franchising lo rendono ancor più interessante per tutti coloro che nel Mezzogiorno aspirano a mettersi in proprio.

Nel mese di luglio 2012 è stato inviato un questionario compilabile online al database di BeTheBoss.it (oltre 90.000 utenti) composto da franchisee già operativi (“imprenditori”) ed aspiranti franchisee (“candidati”) ed a circa 900 franchisor. Il questionario è stato visionato da 14.700 utenti e 200 franchisor, i questionari effettivamente compilati e inviati sono stati di 1.073 tra franchisee e aspiranti franchisee, mentre i franchisor che hanno risposto sono stati circa 130.

Dal sondaggio emerge che il problema principale per lo sviluppo del comparto è la difficoltà di accesso al credito agli aspiranti franchisee: lo è sia per il 75,5% dei franchisor sia per quasi il 60% dei franchisee. La proposta che arriva dal mondo del franchising è che il legislatore utilizzi i propri poteri per spingere gli istituti di credito a sostenere finanziariamente il comparto.

Questo il punto di vista dei franchisor: il 29,6% del campione chiede una radicale riforma legislativa per ridurre gli adempimenti burocratici imposti alle imprese, il 33,3% una legislazione che obblighi le banche a finanziare idee imprenditoriali senza garanzie, il 25,9% agevolazioni statali per finanziamenti ai cittadini che si mettono in proprio.

Gli aspiranti franchisee hanno così risposto al sondaggio: l’ostacolo principale per avviarsi sulla strada dell’intraprendere è l’iter burocratico per lo start up aziendale per il 41,9% dei rispondenti. Il 37,8% lamenta che il sistema creditizio italiano non viene incontro alle necessità di chi vuole mettersi in proprio.

Per gli aspiranti franchisee le urgenze sono quindi le seguenti: per il 30,4% eliminare le barriere burocratiche all’avvio di una impresa; per il 28,8% che le istituzioni forniscano finanziamenti a chi vuole mettersi in proprio; per il 16,4% una legislazione ad hoc per il finanziamento di chi vuole mettersi in proprio; per il 13,0% l’intervento delle Camere di Commercio per individuare fondi pubblici a cui accedere; per l’ 11,3% l’istituzione di sportelli informativi presso le Camere di Commercio.

Le priorità per i franchisee che già hanno avviato un’attività in proprio sono così riassumibili: radicale riforma legislativa per ridurre gli adempimenti burocratici (38,2%); agevolazioni statali per il finanziamento delle nuove start up (16,8%); obbligo legislativo per finanziare idee imprenditoriali (22,7%); sportelli informativi per muoversi nei meandri della burocrazia (12,2%); consulenze delle Camere di Commercio per l’accesso al credito (10,1%).

“Tra i dati riportati dal sondaggio – ha commentato Giuseppe Bonani – mi ha colpito l’alta percentuale di persone che non conoscono le recenti iniziative del Governo in merito alle semplificazioni: Il 47,1% dichiara di non conoscere i dettagli del decreto sulle liberalizzazioni che offre ai giovani con meno di 35 anni la possibilità di formare una S.r.l. con capitale di 1 €;  Il 45,4% dichiara di non aver mai sentito parlare dell’avvio di un’attività imprenditoriale presentando l’inizio di attività in via telematica. E’ necessario che coloro i quali si avvicinano al franchising si informino sui portali governativi, sui portali specializzati del franchising e alle fiere del franchising come Franchising Nord, che si tiene ogni anno a Piacenza. Proprio qui nel maggio 2013 sarà presentata una nuova ricerca sul franchising che proseguirà l’indagine svolta con questo sondaggio ”.