Cagliari, operai Alcoa occupano il porto

Con l’ultimo blitz autorizzato, la manifestazione si è conclusa e i lavoratori hanno abbandonato la banchina, dopo circa tre ore di protesta. L’obiettivo un’azione dimostrativa per tenere alta l’attenzione sulla vertenza scegliendo i punti strategici in questi giorni di massimo afflusso turistico in Sardegna.

Una protesta che cade a pochi giorni dalla data fissata dalla multinazionale Usa per la chiusura dello stabilimento. In mancanza di un nuovo acquirente che rilevi la fabbrica sarda gli impianti dovranno chiudere a partire dal 3 settembre. Ma gli operai hanno già fatto sapere che non intendono procedere allo spegnimento delle varie celle dello stabilimento, operazione che soltanto i lavoratori possono effettuare rispettando i vincoli di sicurezza. L’azione è cominciata quando circa 300 dipendenti dello stabilimento di Portovesme hanno occupato gli ingressi dei moli Sant’Agostino e Dogana. Al loro arrivo hanno trovato gli accessi ai traghetti sbarrati e presidiati dalla forze dell’ordine. Ma la manifestazione di protesta è proseguita, con alcuni momenti di tensione.

“Lavoro subito!”, hanno urlato gli operai alternando anche l’inno dei Dimonios, gli “eroi” della Brigata Sassari, e l’immancabile ritmo scandito dai caschetti che sbattono sull’asfalto. I passeggeri in attesa dello sbarco hanno osservato l’insolita accoglienza dal ponte del traghetto. Una quindicina di lavoratori poi è riuscita a salire, in accordo con le forze dell’ordine, sul traghetto Toscana della Tirrenia e all’ingresso del portellone di accesso per le auto hanno srotolato uno striscione con la scritta “stabilimento Alcoa” al grido di “lavoro, sviluppo e occupazione”. I passeggeri si sono affacciati dal ponte e hanno applaudito a più riprese gli operai mentre sistemavano lo striscione.

Un gruppo di operai dell’Alcoa che bloccavano il porto di Cagliari, si è gettato in mare per impedire l’attracco del traghetto proveniente da Civitavecchia. I lavoratori hanno superato la recinzione e aggirato lo schieramento delle forze dell’ordine e dopo il tuffo in acqua sono riusciti a risalire sulla banchina. In tarda mattinata alcuni operai si sono allontanati dal presidio dopo momenti di tensione con le forze dell’ordine che tentavano di respingere l’assalto in massa all’ingresso principale del molo Sant’Agostino. I lavoratori denunciano di aver subito anche manganellate dalla Polizia durante il tentativo di irruzione. Poi la decisione fulminea di 5-6 operai di gettarsi in mare: si sono tolti i vestiti e, in mutande, si sono tuffati nelle acque del porto. Un altro gruppo di lavoratori, sfruttando la confusione del momento, è riuscito a scavalcare la recinzione, controllato a vista dalle forze dell’ordine che, pacificamente, hanno impedito una ulteriore avanzata dei manifestanti.