Gioia Tauro, confiscati 28 milioni ai fratelli Princi

Il decreto di confisca, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, fa seguito al sequestro dei beni già effettuato, su proposta inoltrata dal Procuratore Distrettuale della città ed ha interessato quattro importanti società di capitali, un fabbricato e numerosi rapporti finanziari nei confronti degli eredi dell’imprenditore Antonino Princi (morto il 7 maggio 2008 a 45 anni per le ferite riportate in un attentato nel quale è stata fatta esplodere la sua auto) e del fratello, Natale Princi, 46 anni.

Antonino Princi, noto imprenditore, attivo nella piana di Gioia Tauro nel settore abbigliamento e tessile ed in quello immobiliare, aveva interessi anche nel mondo del calcio essendo stato azionista della U.s. Catanzaro Calcio e presidente della Delianuova Calcio. Era il genero di Domenico Rugolo, presunto boss di Oppido Mamertina (Rc). Arrestato nel maggio 2008 nell’ambito dell’operazione “Saline” condotta dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria e poi assolto in appello.

Il suo ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare è stato sottoposto prima a sequestro e successivamente confiscato dalla stessa DIA, i cui accertamenti hanno portato altresì ad infliggere al vecchio patriarca – riconosciuto socialmente pericoloso – nel 2010, la misura della sorveglianza speciale. Secondo gli inquirenti Princi avrebbe avuto il ruolo di cooperare col suocero Domenico Rugolo nella gestione degli interessi economici della cosca, attraverso l’acquisizione di beni, anche tramite prestanome, e la partecipazione ad iniziative imprenditoriali funzionali al reimpiego ed al riciclaggio dei proventi illeciti del sodalizio criminoso.

Sempre secondo gli inquirenti, Princi aveva in mente di rimodulare gli obiettivi della cosca secondo criteri più moderni ed imprenditoriali superando l’ormai vetusta mentalità legata agli interessi rurali dell’anziano parente. In tale ottica era diventato, tra l’altro, socio occulto della Devin spa, azienda che ha realizzato la megastruttura commerciale nota come “Porto degli Ulivi” a Rizziconi, successivamente venduta agli svizzeri della Banca Credit Suisse. Il ruolo di Princi sarebbe stato confermato dai pentiti Saverio Mammoliti e Girolamo Bruzzese secondo i quali l’imprenditore avrebbe ripulito i soldi del suocero reinvestendoli in attività redditizie, apparentemente legali.

Princi era stato destinatario di una richiesta di custodia cautelare in carcere da parte della Procura Distrettuale di Reggio Calabria, in quanto indagato per associazione mafiosa nell’operazione “Saline”. Il gravissimo attentato dinamitardo subito, aveva tuttavia indotto il Gip distrettuale a non emettere il provvedimento restrittivo nei suoi confronti pur riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezzain ordine ai fatti contestati.

Per quanto concerne Natale Princi, secondo gli investigatori, in quanto stabile contitolare di partecipazioni societarie in attività imprenditoriali funzionali all’occultamento di capitali illeciti con il fratello Antonino, sarebbe stato “strumento essenziale e consapevole” di un meccanismo illecito finalizzato alla sopravvivenza del sodalizio mafioso.

Nel provvedimento odierno, il tribunale ha confermato tale posizione affermando che Natale Princi “si è consapevolmente e stabilmente prestato a farsi ‘gestire’ dal fratello per assecondare e garantire gli obiettivi illeciti di quest’ultimo”. Il provvedimento di confisca fa seguito al sequestro dei beni già effettuato nel giugno 2009, su proposta inoltrata dal Procuratore Distrettuale di Reggio Calabria. Le imprese dei fratelli Princi sono state espressamente qualificate dall’organo giudiziario come tipiche “imprese mafiose” con meccanismi di alimentazione illecita.

I beni oggi confiscati comprendono quote sociali e patrimonio aziendale della “Princi srl”, con sede a Gioia Tauro; quote sociali e patrimonio aziendale della “Primar srl”, con due punti vendita a Gioia Tauro al dettaglio e all’ingrosso di prodotti tessili ed un punto vendita nell centro commerciale “Porto degli Ulivi” a Rizziconi; quote sociali e patrimonio aziendale della “Duegì immobiliare srl” con sede a Gioia Tauro; quota del 20% del capitale sociale della “Delianuova calcio srl”; un fabbricato con sede a Palmi; numerosi rapporti finanziari (dossier titoli, conti correnti) personali ed aziendali.