Marò, vanno giudicati a casa nostra e non in India

E’ il concetto ribadito dal sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura che si sta occupando dei due militari italiani in India. “Vogliamo giudicarli qua perché i militari hanno l’immunità di servizio. Giudicarli nel paese asiatico sarebbe un precedente deleterio anche per la stessa India che ha tantissimi militari nel mondo”.

De Mistura ha ricordato la strategia seguita dalla diplomazia italiana che si è svolta in tre fasi. “All’inizio una de-drammatizzazione delle accuse che portavano a 43 anni di carcere”, quindi la fase attuale “in cui stiamo cercando di rendere la vita dei nostri due marò il meno sgradevole possibile”.

Il sottosegretario ha sottolineato l’importanza che i due soldati “possano mantenere le loro divise e la loro dignità di militari”. Adesso, si apre la terza fase che definisce “quella della depenalizzazione. Nel processo, anche se si farà, non si deve parlare di omicidio volontario, ma nel peggiore dei casi di omicidio fortuito dei pescatori scambiati per pirati”. De Mistura ha infine ricordato che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone “in questo periodo hanno accanto – nell’albergo dove risiedono – le loro famiglie. E questo è importantissimo dal punto di vista psicologico”.