In corso la spartizione delle poltrone in Cda Rai

Non è bastata al PdL l’intesa in extremis con la Lega Nord per portare a casa la maggioranza dei sette consiglieri da eleggere e così, a palazzo San Macuto, non è passato per un soffio, per un errore su una scheda, il nome di Flavia Piccoli Nardelli, frutto di un accordo trasversale tra i partiti del centrosinistra. Oggi si andrà nuovamente al voto, ma non è affatto detto che la situazione si sblocchi. Le cose si erano messe male per il PdL quando il Carroccio ha annunciato con il suo capogruppo in Vigilanza, Davide Caparini, che avrebbe votato scheda bianca, togliendo agli alleati i voti necessari per eleggere quattro consiglieri.

Poi, durante un vertice di Silvio Berlusconi con i suoi nel pomeriggio, sarebbe arrivata una telefonata di Roberto Maroni, che avrebbe dato il suo via libera a patto di convergere sul nome di Luisa Todini. Sembrava fatta e, invece, così non è stato. Alla prima votazione in Vigilanza i numeri non sono tornati. E’ mancato un voto sui venti attesi. Tra i candidati PdL, Todini, Guglielmo Rositani, Antonio Verro hanno ottenuto cinque voti, mentre Antonio Pilati solo quattro. Cinque voti anche a Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi (votati dal Pd), Rodolfo De Laurentiis (votato da Udc, Riccardo Milana dell’ApI e Luciano Sardelli dei Liberali), e Flavia Nardelli (votata da Idv, Flavia Perina di FLI e Giovanna Melandri del Pd).

In una delle schede per Verro c’era però scritto Verri ed il PdL ha chiesto un rinvio del voto sine die, ma su richiesta del centrosinistra il presidente Sergio Zavoli ha proceduto ad un’altra votazione. Questa volta uno dei cinque voti per la Nardelli si è tramutato in scheda bianca e, a norma di regolamento, la parità dei voti per quest’ultima e per Pilati ha determinato l’annullamento di tutta la votazione e il rinvio a oggi alle ore 13:30.

Forti le proteste al termine della riunione soprattutto da parte di Perina, Melandri e Pancho Pardi dell’Idv, secondo i quali “la straordinaria vittoria di Nardelli è stata bloccata da un cavillo che il PdL ha sfruttato a suo vantaggio”. Sembra che nella squadra pidiellina in Vigilanza ci siano almeno tre delusi, che sarebbero pronti a non votare con il partito. Almeno uno di loro avrebbe deciso di convergere sulla Nardelli, optando poi per la scheda bianca a seguito di una riunione nel PdL tra la prima e la seconda votazione.

“L’accordo tra PdL e Lega deve aver deluso qualcuno del PdL, che ha votato prima per la Nardelli e poi scheda bianca”, spiega il capogruppo del Pd, Fabrizio Morri. “Nel centrosinistra evidentemente sanno chi ha votato scheda bianca – ribatte Alessio Butti del PdL – La prima votazione si è svolta in un clima surreale, perché il Pd controllava tutti i voti del suo gruppo”. Un’accusa respinta al mittente dai componenti del del Pd, secondo i quali è stato il PdL, nonostante il voto segreto, a controllare passo passo le mosse dei suoi nella seconda votazione. Accuse dal Pd sono arrivate anche nei confronti del Radicale Marco Beltrandi che, non partecipando al voto, ha impedito l’elezione della Nardelli. “Il Pd non ha mosso un dito quando ho chiesto le audizioni sui candidati che hanno presentato i curricula”, risponde Beltrandi, confermando che oggi non si presenterà al voto.