Sara Scazzi, strangolata con una cintura

”Strangolata con una cintura larga circa due centimetri e mezzo che ha lasciato un solco sul collo. La morte sopraggiunse in due-tre minuti per asfissia”. Lo ha detto il medico legale Luigi Strada nel corso della diciannovesima udienza del processo per l’omicidio di Sara Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e gettata in un pozzo il 26 agosto 2010. Nell’aula di Corte d’Assise sono state mostrate le foto delle corde e delle cinture rinvenute nel garage e nell’abitazione di Michele Misseri, lo zio della vittima che fece ritrovare il cadavere e inizialmente si autoaccusò dell’omicidio, e il video in cui il contadino di Avetrana simula lo strangolamento. Il medico legale ha precisato di aver subito nutrito dubbi sulla versione fornita da Misseri.

Quanto alle condizioni in cui fu trovato il cadavere della vittima, Strada ha ribadito che ”sul corpo c’erano segni di putrefazione avanzata e la permanenza nell’acqua aveva danneggiato i tessuti, ma i segni sul collo indicano chiaramente lo strangolamento”.

“La permanenza in acqua per oltre 40 giorni del corpo della ragazzina ha modificato la sua morfologia ed è stato impossibile rilevare se c’é stata violenza sessuale” ha detto il medico legale. Era stato Michele Misseri, zio della 15enne, a riferire inizialmente agli inquirenti di aver abusato sessualmente della nipote quando quest’ultima era già morta. Il contadino aveva poi ritrattato la confessione. I carabinieri del Ris, peraltro, non rilevarono alcun Dna estraneo a quello di Sara Scazzi sul tampone vaginale esaminato.

La ragazzina di Avetrana, secondo Strada, può aver digerito in fretta il cordon bleu che mangiò prima di recarsi a casa Misseri, il giorno in cui fu uccisa, e per questo motivo nel suo stomaco non c’era traccia di cibo. Secondo i consulenti di Sabrina Misseri (imputata del delitto insieme alla madre, Cosima Serrano), invece, per digerire il cordon bleu occorrerebbero dalle due alle quattro ore e la ragazzina, quindi, potrebbe essere stata uccisa almeno due ore dopo rispetto all’orario indicato dai magistrati, cioé intorno alle 14 del 26 agosto 2010. ”L’acido cloridico – ha detto in aula il medico legale – può aver disgregato il cibo assunto da Sara il giorno dell’omicidio. Il cordon bleu ha un peso di circa 120 grammi, ma può essere stato tranquillamente assorbito”. Nello stomaco della ragazzina, in fase di autopsia, furono trovati solo 20 centilitri di liquido grigiastro torbido. Non c’era traccia, invece, del cordon bleu mangiato frettolosamente dalla vittima poco prima di uscire, come riferito dalla madre, Concetta Serrano.

Strada ha poi sottolineato, rispondendo ad una domanda dell’avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Sabrina Misseri, di aver commesso un errore nel giudizio maturato dopo la prima visita medica a Michele Misseri, quando disse che le due ferite in via di cicatrizzazione rilevate sul braccio destro del contadino ”per morfologia richiamavano le impronte di unghie”.

”Non poteva essere così – ha risposto in aula – perché le ferite erano profonde oltre un centimetro e ci sarebbe voluta un’unghia lunga e affilata, praticamente un artiglio”. Misseri precisò in occasione della seconda visita medica che quelle ferite ”se le era procurate mentre lavorava in un vigneto andando ad urtare contro delle punte di sarmenti tagliate a becco di flauto. Le lesioni riscontrate – ha confermato il medico legale – sono compatibili con questa versione”.