La Uil non accetterà tagli ai dipendenti del pubblico impiego

Il rischio è concreto. Tagli ai lavoratori del pubblico impiego nell’ambito della spending review. Contraria la Uil pronta ad arrivare allo sciopero se le indiscrezioni di questi giorni saranno confermate in sede di confronto tra Governo e parti sociali. “Da parte di questo Governo – dice il leader della confederazione, Luigi Angeletti, al Gr Rai –  colpi più duri sono arrivati ai più deboli, a cominciare dai disoccupati, per andare ai pensionati ed ora con il tentativo di colpire coloro che sono più deboli all’interno della spesa pubblica e cioé gli impiegati. Questo è il segno che non ci piace di questo governo perché colpisce là dove pensa che ci sia meno resistenza”.

“Insomma – prosegue il segretario generale della Uil – se fossero confermate le indiscrezioni i sindacati reagiranno. Non possiamo accettare una soluzione sulla parola d’ordine per cui bisogna ridurre la spesa pubblica, che sicuramente è una parola d’ordine popolare e per certi versi condivisibile, in cui gli unici a pagare sarebbero i più deboli, mentre la quantità di denaro che viene sprecata o viene spesa in maniera non efficiente nella pubblica amministrazione è enorme e non dipende di certo dagli impiegati. La pubblica amministrazione non è mica una cooperativa”.

Dunque su questo tema è possibile lo sciopero generale unitario Cgil-Cisl-Uil. “Temo che il proseguo di questa politica economica del Governo ci costringerà a fare uno sciopero che a quel punto sarà uno sciopero politico, non solo per protestare ma per dire in maniera netta “basta”, ovvero che bisogna cambiare la politica economica di questo Governo”, risponde Angeletti. Che poi sul rischio di un crescente conflitto sociale aggiunge. “Credo che il conflitto sociale che è in atto e che temo possa solo acuirsi dipenda soprattutto dal fatto che la politica economica del Governo non solo non è equa ma soprattutto non produce effetti in termini di crescita. Il nostro vero grande problema è che chiudono decine di aziende ogni giorno e il livello di disoccupazione è tornato a due cifre. Eravamo il paese che aveva meno disoccupati dopo la Germania, adesso stiamo diventando il paese che ha piu’ disoccupati e soprattutto ha più disoccupati tra i giovani, sopra la media europea”.