Agguato a Genova, Adinolfi è stato operato e le sue condizioni sono buone

Sono buone le condizioni di Roberto Adinolfi, l’ad di Ansaldo Nucleare che è stato vittima di un agguato stamattina. Adinolfi è stato seguito a piedi per alcuni metri da due persone con il volto coperto da un casco integrale che poi gli hanno rivolto contro tre colpi di pistola. Uno degli spari, esplosi alle spalle e a bruciapelo, ha raggiunto il manager all’altezza del polpaccio. Mentre Adinolfi cadeva a terra, chi ha sparato ha raggiunto il complice che lo attendeva su una moto ed è fuggito. La tecnica dell’agguato a Roberto Adinolfi è quella delle Brigate rosse; lo si apprende da fonti della sicurezza, secondo cui quello di Genova è un gesto “altamente simbolico”. “Uno dei primi attentati delle Br fu proprio all’Ansaldo negli anni ’70 – spiegano le fonti – oggi e’ come se avessero voluto dire ‘ricominciamo come 40 anni fa’”. E’ “forte la preoccupazione”, spiegano le fonti della sicurezza, per quello che può rappresentare un tragico ritorno al passato. Il timore, si apprende, è soprattutto quello dell’emulazione: che altre cellule silenti, dopo Genova, decidano di muoversi. Adinolfi, che è stato operato all’ospedale San Martino, si trova adesso ricoverato nel reparto di ortopedia con una prognosi di 45 giorni.