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Milano, treno del metrò si spezza in galleria e perde i due vagoni di coda

Treno numero 53, motrice 331, eredità Atm di fine anni Settanta, ferraglia vecchia e inaffidabile. La barra di collegamento jarret si è rotta nello scatto del convoglio in partenza dal capolinea di Abbiategrasso, sulla linea verde, e due vagoni si sono sganciati nella corsa verso Famagosta, a cento metri dalla banchina. I 250 passeggeri a bordo sono stati evacuati dal tunnel, a piedi, in fila indiana verso l’uscita. Nessuno, fortunatamente, è rimasto ferito.

Il treno trainato in deposito per le indagini, ieri, era appena stato revisionato dall’officina Atm. Il guasto ha paralizzato il traffico tra Abbiategrasso e Famagosta, sulla M2, fino al segnale di “cessato allarme” delle ore 10:05 (l’azienda ha impiegato bus sostitutivi in superficie). Ma il blocco al capolinea si è riverberato sull’intera linea di trasporto, in direzione Assago, Sesto e Gessate: rallentamenti, ritardi e tabelle non rispettate.

“Atm non riesce più a fare manutenzione dei treni della metropolitana perché li sta utilizzando tutti a pieno regime, per fare fronte alle richieste del Comune per Area C” attacca il consigliere comunale Pdl Fabrizio De Pasquale. “A subirne le conseguenze sono i passeggeri, per i ripetuti guasti e la minore pulizia”. La replica del centrosinistra è affidata a Carlo Monguzzi, presidente Pd della commissione Mobilità. “Purtroppo da tempo il settore manutenzione è sottoutilizzato, malgrado gli sforzi della nuova gestione, perché si è affermata la mentalità di buttare e cambiare. Il manutentore deve invece lavorare per mantenere affidabile il materiale rotabile, garantendo sicurezza, efficienza e comfort per i passeggeri. E soprattutto manutenzione vuol dire prevenzione, e un segno negativo in questo senso è il fatto che ultimamente siano stati spostati una ventina di tecnici dalla manutenzione di officina (preventiva) ai guasti in linea (dopo che gli incidenti sono avvenuti). Quello che chiediamo alla nuova Atm è un intervento urgente per prevenire rotture e guasti”.

Il guasto eccezionale denuncia tutta la fragilità del parco mezzi Atm e dichiara l’urgenza di rinnovamento del materiale rotabile. Questa è la radiografia aggiornata dai depositi: 41 treni, i più vecchi, hanno ormai accumulato tra i 40 e i 49 anni di servizio; altri ventuno hanno un’età compresa tra i 35 e 39 anni; ce ne sono 28 acquistati dall’azienda tra il 1978 e il 1991 e altri 70, infine, sulle rotaie da meno di vent’anni (tra questi gli ultramoderni Meneghino commissionati negli ultimi tre anni ad AnsaldoBreda). In attesa di finanziamenti dal Comune (servono 300 milioni), il board Atm sta preparando un bando per venti nuovi treni della M1 e dieci della M2, e ha recuperato 160 milioni di euro di risorse interne per comprare altri cinque Meneghino, ristrutturare i mezzi più vecchi e fare il tagliando al sistema di segnalamento della linea verde.

Redazione

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