Su 8 Regioni per la famiglia è il FriuliVg sul podio

Il Friuli Venezia Giulia si conferma regione virtuosa, almeno sotto il profilo degli strumenti (legislativi e non) messi a disposizione delle famiglie. A dirlo è una ricerca condotta dalla Cisl (in collaborazione con la Regione Fvg) su 8 regioni italiane e che pone la nostra al secondo posto di quelle monitorate, subito dietro all’Emilia Romagna. Stando ad una serie di parametri analizzati risulta, infatti, che il Friuli Venezia Giulia presenta non solo una normativa sufficientemente positiva in materia di politica familiare (totalizzando una valutazione complessiva superiore alla media nazionale), ma anche la possibilità di accesso ad interventi giudicati per la maggior parte (63%) “abbastanza familiari”.

Malgrado gli ottimi risultati, restano, però, da risolvere alcuni nodi critici, a partire dal tasso di denatalità, tra i più alti a livello nazionale, con il 23,4% dei corregionali con più di 65 anni. Come a dire che di strada ce n’è ancora da fare. E a questo proposito sono diverse le urgenze rilevate dalla Cisl Fvg, che – proprio oggi – ha anche presentato con la segretaria Iris Morassi, una specifica piattaforma all’assessore Roberto Molinaro, chiedendo pure la costituzione e il finanziamento di appositi sportelli dedicati alla famiglia.

“Abbiamo voluto – spiega il segretario generale della Cisl, Giovanni Fania – capire lo stato di salute delle famiglie della nostra regione, oggi più che mai, data la crisi in atto, insostituibile ammortizzatore sociale”. Per il Sindacato mancano a livello nazionale politiche familiari vere (a differenza, ad esempio, della Francia che investe su questa voce ben il 3% del suo Pil, contro il nostro 0,9%) e un’attenta gestione delle (poche) risorse. “Il punto vero – commenta Fania, riferendosi anche alla dimensione regionale e spingendo sulla contrattazione di II livello come leva per determinare le politiche sociali e familiari – è che le risorse risultano disperse, ed in particolare non destinate a coprire una serie di urgenze improcrastinabili: il settore della non autosufficienza, la formazione, i servizi territoriali (che non decollano), i giovani e ancora l’alto tasso di abbandono del lavoro da parte delle donne a seguito della maternità”.

A condividere i risultati dell’indagine condotta dalla Cisl è lo stesso assessore regionale Roberto Molinaro. Malgrado i finanziamenti nazionali ridotti all’osso, così il Fondo sulle politiche sociali praticamente azzerato anche per il Fvg (per i dati si veda comunicato Regione), “la famiglia resta il punto centrale dell’azione di questa Giunta. Siamo sulla strada giusta e gli strumenti che abbiamo attivato risultano tra i più innovativi”. Certo, anche per l’amministratore regionale, restano alcune urgenze da sanare, prima tra tutte quella dei redditi delle famiglie, fortemente compromessi dalla crisi del lavoro.

E proprio a questo proposito sono emersi alcuni dati preoccupanti: così, ad esempio, il forte indebitamento delle famiglie, raddoppiato, passando da una quota pari al 12,7% del Pil regionale nel 2000 al 26,1% del 2010; o ancora la spesa media mensile (2mila 673 euro), tra le più alte d’Italia e la caduta dei mutui, con le richieste per l’acquisto della prima casa scese del 24,6% nel terzo trimestre dello scorso anno.

Resta, poi, la necessità di incentivare ancor di più il lavoro femminile, anche intervenendo – come richiamato dal segretario nazionale Pietro Cerrito (che ha riportato anche l’esperienza dell’Osservatorio sociale per la concertazione territoriale) – sulla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro attraverso, ad esempio, una rete efficiente di asili nido e strutture per l’infanzia, ma anche servizi di assistenza per la cura degli anziani.