Gioia Tauro, sequestrati beni per 6 milioni

In tre distinte operazioni, coordinate dalla Divisione Polizia Anticrimine, sono stati sottratti, ad altrettanti soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, beni per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro. ”Nello specifico – comunica una nota della Questura – gli operatori di Polizia hanno eseguito, in Palmi, il decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di Rosario Sgrò, nato a Palmi il 15 ottobre 1944. Il provvedimento in argomento trae origine da una proposta patrimoniale presentata, in data 9 maggio 2011, dal Questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, a conclusione di un’intensa indagine patrimoniale, esperita dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine di Reggio Calabria. Il proposto, è stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione denominata “Cosa Mia ”, del Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, a carico di 52 soggetti ritenuti responsabili di “associazione a delinquere di tipo mafioso” per aver fatto parte della cosca di ‘ndrangheta “Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano”, operante nel territorio di Palmi e zone limitrofe. La suddetta indagine, condotta dalla locale Squadra Mobile e dal Commissariato di Palmi, coordinata dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Dott. Giuseppe Pignatone, eseguita nel giugno 2010, ha consentito fare piena luce sui componenti e le attività illecite poste in essere dalla citata “ndrina” dedita alla commissione di omicidi, estorsioni, danneggiamenti ed altri gravi reati finalizzati all’infiltrazione mafiosa negli appalti relativi ai lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 con riferimento al cosiddetto V macrolotto, compreso tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla. In particolare, lo Sgrò pienamente partecipe all’associazione, fungeva stabilmente da prestanome per conto della cosca, quale intestatario fittizio di numerosi appezzamenti di terreno di proprietà della stessa, in tal modo ricoprendo un ruolo essenziale di copertura, funzionale ad evitare l’esposizione dei Gallico ai provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria in materia di misure di prevenzione patrimoniali; inoltre, permetteva alla ‘ndrina di autofinanziarsi, vendendo periodicamente degli appezzamenti di terreno di cui risultava intestatario fittizio e consegnando le somme percepite agli elementi di vertice del sodalizio. Le successive indagini patrimoniali, condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, hanno dimostrato che il proposto, in virtù della appartenenza al sodalizio mafioso, era riuscito, ad accumulare un ingente capitale, essenzialmente costituito da terreni di natura agricola a lui ed alla moglie intestati, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che costituiscono il reimpiego di proventi illeciti perché acquistati con le risorse illecite della cosca o da quest’ultima ricevuti a titolo di compenso per l’opera prestata. Il Tribunale accogliendo le suddette risultanze investigative, ha emesso il provvedimento di sequestro e confisca beni, costituiti da: 6 terreni agricoli siti nel comprensorio del Comune di Palmi; 2 immobili siti nel comprensorio del Comune di Palmi; 2 imprese individuali (compresi conti correnti e garanzie funzionali all’esercizio dell’attività aziendale) con sede a Palmi, esercenti attività di coltivazione di frutti oleosi e colture olivicole. Il valore stimato della confisca è di circa quattro milioni di euro”.

Nella seconda attività di polizia, personale dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, a conclusione di un’articolata attività d’indagine patrimoniale, su richiesta delle Procure Generali della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria e Catanzaro, ha eseguito un decreto finalizzato alla confisca nei confronti di Emilio Riggio, nato a Reggio Calabria, il 22 dicembre 1956, condannato per il reato di estorsione continuata in concorso. “Gli accertamenti patrimoniali hanno dimostrato che i beni oggetto di confisca erano nella disponibilità del condannato, nonostante la sproporzione tra valore degli stessi ed il suo reddito dichiarato. Il provvedimento ablativo ha interessato: 6 terreni siti nel comune di Reggio Calabria, di cui 5 in località Gallico ed uno in zona “Modena”; 3 abitazioni di tipo popolare site nel Comune di Reggio Calabria, di cui due in località S. Domenica ed una in località S. Lucia; 1 lastrico solare sito nel Comune di Reggio Calabria, loc.tà S. Domenica; 3 magazzini siti nel Comune di Reggio Calabria; quote relative alla S.a.s. Ri.service con sede a Reggio Calabria ed avente come oggetto sociale lavori generali di costruzioni di edifici; quote relative alla Società “Punto Auto di Riggio Giuseppe & C.” con sede a Reggio Calabria ed avente come oggetto sociale il commercio all’ingrosso ed al dettaglio di autovetture e di autoveicoli leggeri. Un’autovettura ed un motoveicolo. Il valore complessivo ammonta a circa un milione e mezzo di euro”.

Con la terza attività, personale del Commissariato di Gioia Tauro e dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, a conclusione di un’articolata attività d’indagine patrimoniale, ha eseguito il decreto di confisca nei confronti di Domenico Reitano, nato a Rosarno (Rc) il 28 agosto 1952, condannato per reati in materia di stupefacenti. “I beni oggetto di confisca, nella disponibilità del Reitano, sono costituiti da un fabbricato a due piani per civile abitazione sito nel Comune di Rosarno (Rc), del valore stimato di circa cinquecentomila euro”.