Per Alvei Puliti in Fvg preoccupazione di Legambiente

La Protezione Civile della Regione Fvg ha programmato anche per il 2012 l’operazione alvei puliti. Che il rischio idraulico in regione sia concreto non vi sono dubbi e che si debba operare per evitare, nei limiti del possibile, danni a cose e persone, è altrettanto importante. Tuttavia, per Legambiente Fvg, l’operazione programmata dalla Protezione Civile suscita molte perplessità dal punto di vista ambientale, paesaggistico ed archeologico che dovrebbero indurre a qualche cautela e maggiore considerazione dell’impatto sui fiumi e sulle acque che si andrà a provocare. “Annanzitutto il programma complessivo dell’operazione riguarda oltre 72 km di sponde ed oltre 750 ettari di superfici variamente boscate; già questi dati dovrebbero suscitare qualche attenzione circa la necessità reale di intervenire su così vaste superfici”. “In secondo luogo, si ricorda che le sponde dei fiumi e delle acque pubbliche sono ex lege considerate aree soggette a tutela paesaggistica nel limite dei 150 metri dalle sponde; intervenire, seppur limitatamente a “soli” 80 ettari e 14 km di sponde in questa tornata di addestramento, massivamente proprio nel momento in cui i Comuni e la Regione stanno provvedendo a censire quali delle sponde fluviali ed acquatiche dovranno o meno essere considerate vincolate ai fini dell’applicazione delle norme di tutela paesaggistica è quanto meno prematuro, se non addirittura contraddittorio. Inoltre, non risulta sia stata fatta una verifica di quali fra le aree destinate alla pulizia, ricada in area di specifica tutela in quanto SIC, ZPS o altra superficie protetta”. Per Legambiente Udine, trattandosi di aree soggette a norme di legge speciale, si presume che interventi di taglio dovrebbero comunque essere autorizzati preventivamente. “In terzo luogo sarebbe importante sapere in base a quali direttive tecniche verranno svolti i lavori e sotto quale controllo; dalle indicazioni ricevute, si ricava la convinzione che si opererà ovunque con taglio raso della vegetazione la cui presenza, come è noto, migliora la qualità dell’acqua, stabilizza le sponde e favorisce la presenza di habitat e popolazioni animali locali molto significativi”. “La distruzione totale di tali ambienti, seppure temporanea, non ne giustifica la eliminazione. Sicuramente, con un po’ più di attenzione e disponibilità, (nonché con maggiore disponibilità della Protezione Civile a collaborare con altri entri ed uffici) come già avvenuto in passato, si può procedere con tagli più leggeri e differenziati a seconda di dove si opera (sponde periodicamente bagnate, sponde ed alvei normalmente non lambiti da acque, argini, sommità degli argini, ecc.)”. “In quarto luogo, sarebbe interessante capire dove andrà a finire il materiale tagliato e prelevato da aree del demanio regionale che, stante la consistenza delle superfici pubbliche, sarà in quantità notevole. Possiamo immaginare che verrà dato a titolo gratuito a qualcuno, ma la legge regionale dice che il prelievo di legname dagli alvei deve essere autorizzato e, soprattutto, pagato prima di allontanarlo. C’è qualche disposizione che deroga da tale procedura a favore della Protezione civile?”. Legambiente non intende sminuire l’importanza dell’addestramento dei volontari di Protezione civile che rappresentano un fiore all’occhiello della nostra regione, tuttavia, così come  tutte le altre normative specifiche sono state rispettate (sicurezza degli operatori, documenti di impianto,ecc.), non si vede perché quelle paesaggistiche, archeologiche e fiscali  non debbano esserlo altrettanto. Legambiente intende segnalare questa vicenda a tutte le autorità interessate, dal Ministero dei beni culturali fino all’ANCI, in quanto i responsabili formali delle squadre di protezione civile e delle operazioni eseguite sono i Sindaci, ed ai gruppi consiliari regionali, ritenendo non vi sia urgenza, non vi sia stata collaborazione fra enti ed uffici a vario titolo responsabili, vi sia una ragionevole soglia di rischio nell’intera operazione sotto vari aspetti.