Non si è arreso Mohammed Merah il killer di Tolosa

Rimane asserragliato in casa, circondato dalla polizia, Mohammed Merah, il 24enne francese di origini algerine sospettato degli omicidi di tre soldati francesi a Tolosa e Montauban e della strage di lunedì davanti al liceo ebraico del capoluogo della Garonna. Una presunta operazione per arrivare il suo arresto annunciata dalla radio Bfm non è infatti mai stata effettuata.

Accerchiato da circa 300 poliziotti, secondo il ministero dell’Interno, l’uomo “sorvegliato da diversi anni dal Dcri”, il controterrorismo francese, era pronto ad arrendersi nel primo pomeriggio. Sarkozy, subito accorso sul posto, aveva chiesto un’azione delle forze dell’ordine adeguata a “prenderlo vivo”.

L’uomo avrebbe rivendicato la sua appartenza ad Al Qaeda. Nella casa ci sarebbero armi, tra cui un fucile AK47, ma nessun ostaggio. Sotto il palazzo, che è stato evacuato, è stata fatta esplodere la sua auto, un’utilitaria dov’è stato ritrovato un fucile mitragliatore. Ora si cerca di mantenere il contatto e un negoziatore scelto tra gli agenti sta cercando di portare avanti la trattativa. Era stato il presunto killer a chiedere un mezzo di comunicazione con la polizia, in cambio aveva lanciato la sua Colt 45 dalla finestra.

Secondo le prime informazioni raccolte, Merah era evaso dalla prigione di Kandahar insieme a un gruppo di talebani nel 2008, arrestato l’anno prima con l’accusa di aver piazzato delle bombe. Ma si tratterebbe di un caso di omonimia, una persona con lo stesso nome, Mohammad Merah, con cittadinanza afghana, è stata arrestata nel sud dell’Afghanistan cinque anni fa, dove è stata detenuta nella provincia di Kandahar. Nel 2008 quell’uomo fuggì dal carcere in una evasione di massa.

Poco dopo le 3 di notte, c’è stato un primo conflitto a fuoco, il giovane all’arrivo delle forze speciali ha sparato verso la porta. Tre poliziotti sono rimasti feriti, un fratello del sospetto, anche lui  sostenitore dell’ideologia salafita, si è consegnato spontaneamente alle forze dell’ordine, mentre un altro fratello è già in stato di fermo. Fermate anche la madre e due sorelle di Merah. Il blitz si è svolto non lontano dalla scuola ebraica dove c’è stata la strage. L’uomo accerchiato dalla polizia afferma di aver “voluto vendicare i bambini palestinesi” e di aver agito anche per vendetta contro gli interventi internazionali dell’esercito francese.

Intanto a Gerusalemme si sono svolti i funerali delle quattro vittime. Le esequie si sono svolte presso il più grande cimitero della città, l’Har Hamenouhot, nel quartiere di Givat Shaul. Migliaia le persone presenti. Avvolti nei ‘talled’ – gli scialli rituali ebraici – i corpi del rabbino Yonatan Sandler, dei figli Arieh (6 anni) e Gabriel (3 anni) e della bambina Miriam Monsonego (8 anni) sono stati deposti su barelle durante la lettura degli elogi funebri. ”Siete stati vittime di un odio bestiale e insaziabile”, ha detto il presidente del Parlamento israeliano Reuven Rivlin. ”Ma chi ci odia – ha aggiunto – non avrà il sopravvento. L’esempio del rabbino Sandler sarà emulato da molti altri ancora”. Secondo il suo legale, Marie-Christine Etelin, Merah è stato condannato una volta a un mese di carcere perché trovato alla guida senza patente. Per l’avvocato, Merah è “gentile e educato”, incapace di commettere crimini violenti. Christine Etelin ha spiegato al canale Bfmtv che difende il giovane dal “2004-2005”, quando Merah fu giudicato dal tribunale minorile. L’ultima volta è accaduto il 24 febbraio scorso per “una vecchia vicenda” di guida senza patente. Condannato a un mese di prigione, Merah dovrebbe comparire a inizio aprile davanti al giudice per decidere sull’applicazione della pena, ha spiegato il legale. La Etelin ha anche raccontato che Merah non ha mai parlato di islam in sua presenza, “ma so che due anni fa ha iniziato ad avere posizioni più radicali ed è partito per l’Afghanistan”.