Fabrizio Pioli, Simona Napoli ha deciso di collaborare

Un caso salito alla ribalta della cronaca nazionale. Ancora la Calabria e la lupara bianca. Vittima un giovane di Gioia Tauro, Fabrizio Pioli, 38 anni, elettrauto, reo di un amore proibito con una giovane di Melicucco, già sposata. Il 23 febbraio il loro ultimo incontro. Poi lui sparisce. Per lei inizia una settimana di inferno. Arrestano il fratello, mentre per il padre c’è un mandato di cattura. Sarebbero stati loro ad uccidere Fabrizio e ad occultare il suo cadavere. Ora, però, Simona Napoli ha deciso di rompere il silenzio e di raccontare tutto. Spinta da un rimorso enorme, ha preferito la strada della collaborazione. E per questo motivo la Procura di Palmi ha già disposto il suo trasferimento in una località protetta.

Fabrizio aveva conosciuto Simona su Facebook. Un’amicizia evidentemente non uguale alle altre, dato che fra i due nasce una vera e propria relazione che va al di là del social network. Si vedono. Sono innamorati. Simona è sposata. E sono costretti a coltivare questa storia in modo clandestino, forse inconsapevoli di certi rischi. Il 23 febbraio scorso avevano appuntamento. Da quel giorno Fabrizio è sparito nel nulla. Una scomparsa che in certi territori lascia poco spazio alle speranze.

La Procura di Palmi ci mette poco a svelare il mistero, e anche grazie alle intercettazioni dà una prima svolta al caso. Fabrizio Pioli è stato ucciso e il suo cadavere è stato occultato. Colpevoli di questo omicidio sarebbero Domenico e Antonio Napoli, fratello e padre di Simona che non avrebbero gradito la relazione extraconiugale della figlia. Un delitto per difendere l’onore della famiglia, tipico delle logiche di ‘ndrangheta. Domenico è in carcere, mentre papà Antonio è al momento latitante.

Simona ha deciso di raccontare tutto. Si è presentata in questura e ha chiesto di parlare con il Procuratore Giuseppe Creazzo. Lo ha fatto per amore di quel Fabrizio, bravo ragazzo di Gioia Tauro che forse le faceva sognare un futuro diverso. I magistrati hanno disposto l’immediato trasferimento della giovane in una località protetta. Il timore degli inquirenti è che qualcuno possa farle del male. Il contesto che circonda la ragazza è un contesto di ‘ndrangheta, dove vigono le regole del clan. E collaborare con la giustizia diventa di una pericolosità estrema, come testimoniano i casi di Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola. Simona ora collabora per amore. E le sue parole saranno pesanti come pietre.