Ora si chiama Dolore Tauro

Il nome Gioia non suona più bene per la città calabrese, nota per essere uno degli scali portuali più importanti in Europa. In un sol colpo in una domenica è stata rattristata da due eventi di “dolore”. Intorno alle ore 07:30 una missione di morte, un agguato che ha lasciato a terra Giuseppe Priolo allargando una scia di sangue. Poi in mattinata la notizia che l’elettrauto Fabrizio Pioli, scomparso da giovedì scorso, era stato assassinato per una storia d’amore “proibita”.

Paura e sgomento ma soprattutto dolore per la scelta di macchiare la terra di Calabria con la violenza, unico metodo che sembra conosciuto per regolare i conti. La paura è tanta, si teme una nuova guerra di mafia. L’omicidio la scorsa estate di Enzo Priolo, oggi dello zio Peppe ed in mezzo l’agguato fallito a Giuseppe Brandimarte a dicembre passato.

La catena del dolore familiare si era innescata con l’orribile morte di Francesca Agresta, accoltellata dal padre naturale Giovanni Ruggiero, a luglio del 2011, una storia che ha lasciato ferite indelebili. Ora un nuovo dramma dell’amore, se così lo si può definire. Un giovane assassinato per una storia d’amore con una donna sposata e con prole.

La violenza ed il dolore, l’odio e la vendetta, sentimenti che stridono con una terra di Calabria che è tutt’altro. D’ora in avanti sarà difficile pronunciare il termine Gioia Tauro, verrà più facile dire Dolore Tauro.