Questa non è la mia Europa

Sto vedendo alla televisione i servizi che giungono da Atene: gente disperata, in piazza, che protesta contro tutto, senza forse nemmeno sapere cosa chiedere.

Persone che urlano la propria rabbia, la propria delusione, la propria paura: guardo la televisione e penso all’Italia.

Non so quanto della Grecia vi sia da noi: c’è chi dice che “l’Italia è un’altra cosa”, c’è invece chi dice ci troviamo in una sorta di domino…prima Atene, poi Lisbona…poi…poi!

Provo paura anch’io: quattro mesi fa pensavo al difficile futuro dei miei (ipotetici) nipoti, due mesi fa a quello dei miei figli…ora non sono nemmeno più sicuro del mio e di quello di mia moglie…

Accidenti al tempo …come corre!

Il lavoro rappresenta uno dei temi più scottanti: tutti hanno ricette.

Bisogna abolire l’articolo 18…no è il caso di mantenerlo!”: il problema è uno solo, le assunzioni non ci sono più, i ragazzi si accontentano di lavoretti mal pagati, le famiglie li mantengono.

La diminuzione del numero dei figli per ogni famiglia almeno consente di fare questo, ma la situazione non decolla e la paura cresce.

Che fare? Non lo so, d’idee ne ho tante, ma non voglio sostituirmi ai tanti ”professori” che sanno il fatto loro e dovrebbero aiutarci a trovare la via d’uscita.

Intanto ad Atene la polizia carica i manifestanti…chissà quanti poliziotti in cuor loro stanno dall’altra parte!

In Italia mi auguro non si arrivi mai a questo, ma vedo il welfare messo in discussione, lo stato sociale che perde i pezzi e allora penso alle nostre città, alla civile convivenza e mi vengono alla mente i sobborghi di Parigi e di Londra messi a dura prova!

Non deve finire così…e allora mi chiedo se l’Europa che ho sognano da sempre, fin da quando aderii nella mia città al Movimento Federalista Europeo e poi mi candidai, ventiseienne, al Parlamento Europeo …nel 1979, sia questa.

Se ci siamo battuti per un’Europa disumana, che “impicca” la Grecia, mette in discussione lo Stato Sociale, s’inchina ai mercati ed alle banche…

Sognavo l’altra Europa, la mia…un continente che diventa Paese, che assicura le libertà civili, rispetta i cittadini, li aiuta, non li abbandona.

A questa Europa voglio credere…mi auguro che dalle presidenziali francesi prima e dalle elezioni italiane e tedesche poi vengano dei segnali forti.

Non credo all’Europa dei mercati che costringono a dimenticare le nostre radici e violentano e annullano le nostre conquiste.

Sogno un Europa di

Sto vedendo alla televisione i servizi che giungono da Atene: gente disperata, in piazza, che protesta contro tutto, senza forse nemmeno sapere cosa chiedere.

Persone che urlano la propria rabbia, la propria delusione, la propria paura: guardo la televisione e penso all’Italia.

Non so quanto della Grecia vi sia da noi: c’è chi dice che “l’Italia è un’altra cosa”, c’è invece chi dice ci troviamo in una sorta di domino…prima Atene, poi Lisbona…poi…poi!

Provo paura anch’io: quattro mesi fa pensavo al difficile futuro dei miei (ipotetici) nipoti, due mesi fa a quello dei miei figli…ora non sono nemmeno più sicuro del mio e di quello di mia moglie…

Accidenti al tempo …come corre!

Il lavoro rappresenta uno dei temi più scottanti: tutti hanno ricette.

Bisogna abolire l’articolo 18…no è il caso di mantenerlo!”: il problema è uno solo, le assunzioni non ci sono più, i ragazzi si accontentano di lavoretti mal pagati, le famiglie li mantengono.

La diminuzione del numero dei figli per ogni famiglia almeno consente di fare questo, ma la situazione non decolla e la paura cresce.

Che fare? Non lo so, d’idee ne ho tante, ma non voglio sostituirmi ai tanti ”professori” che sanno il fatto loro e dovrebbero aiutarci a trovare la via d’uscita.

Intanto ad Atene la polizia carica i manifestanti…chissà quanti poliziotti in cuor loro stanno dall’altra parte!

In Italia mi auguro non si arrivi mai a questo, ma vedo il welfare messo in discussione, lo stato sociale che perde i pezzi e allora penso alle nostre città, alla civile convivenza e mi vengono alla mente i sobborghi di Parigi e di Londra messi a dura prova!

Non deve finire così…e allora mi chiedo se l’Europa che ho sognano da sempre, fin da quando aderii nella mia città al Movimento Federalista Europeo e poi mi candidai, ventiseienne, al Parlamento Europeo …nel 1979, sia questa.

Se ci siamo battuti per un’Europa disumana, che “impicca” la Grecia, mette in discussione lo Stato Sociale, s’inchina ai mercati ed alle banche…

Sognavo l’altra Europa, la mia…un continente che diventa Paese, che assicura le libertà civili, rispetta i cittadini, li aiuta, non li abbandona.

A questa Europa voglio credere…mi auguro che dalle presidenziali francesi prima e dalle elezioni italiane e tedesche poi vengano dei segnali forti.

Non credo all’Europa dei mercati che costringono a dimenticare le nostre radici e violentano e annullano le nostre conquiste.

Sogno un Europa diversa… e allora sto, in cuor mio, dalla parte di chi ad Atene protesta, senza violenza, ma urla il suo forte “non ci sto” a chi vuole renderci diversi, a chi vuole spezzare il nostro sogno!

versa… e allora sto, in cuor mio, dalla parte di chi ad Atene protesta, senza violenza, ma urla il suo forte “non ci sto” a chi vuole renderci diversi, a chi vuole spezzare il nostro sogno!