Melicucco commemora il Giorno del Ricordo

Anche nel centro della Pina di Gioia Tauro si sono tenute iniziative per commemorare le vittime delle Foibe. Tra i promotori Salvatore e Carmelo Impusino e Pino Rao. L’appuntamento si è svolto nell’aula consiliare del Comune. Presenti alla serata oltre ai fratelli Impusino, Giuseppe Rao (dirigente provinciale Futuro e Libertà), l’assessore alla cultura Domenico Napoli,  il sindaco Francesco Nicolaci, Francesco Spanò (Futuro e Libertà). Presenti al dibattito vari componenti delle associazioni culturali di Melicucco.

La serata è stata aperta ricordando che nel corso della giornata, in tutta Italia si sono tenuti momenti di Ricordo (convegni, incontri, dibattiti) per conservare la memoria di quelle vicende. L’assessore Napoli ha ribadito che “è giusto ricordare oltre alle vittime della shoah anche quelle Istriane”. Carico di intensità il momento in cui si è ricordata la tragedia. Come venivano uccisi e gettati nelle foibe italiani, sloveni o croati, oppure deportati nei campi di concentramento Juogoslavi. Carmelo Impusino a tal proposito ha parlato di una delle tante testimonianze, in particolare di Norma Cossetto, 25 anni studente universitaria, violentata, torturata e poi gettata in una foiba solo perché ha voluto mantenere la sua identità di italiana.

Il sindaco ha evidenziato come “il mese scorso abbiamo ricordato le vittime della shoah, adesso ricordiamo queste, ma purtroppo le guerre ci sono tutt’ora ed è questo il dramma, le guerre e gli eccidi continuano ad esserci, ed è giusto parlarne, discuterne con tutti, affinché i giovani ed i meno giovani sappino che si deve porre fine a queste immani tragedie”.

Ancora incerti i numeri della tragedia. I Governi non hanno mai accettato di partecipare ad inchieste, non individuando responsabilità politiche. Tuttora si presume che vi siano archivi segreti, in particolare in quelli dell’ex Partito Comunista Italiano. Il Presidente Napolitano nel Giorno del Ricordo del 10 Febbraio 2004, tenutosi a Roma, ha affermato che “va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità costituito dalla foibe, va ricordata la congiura del silenzio, ed ancor più amara e demoralizzante quella dell’oblio”.

Salvatore Impusino ha posto l’accento sulle responsabilità dirette o indirette del Pci durante il periodo successivo alla fine della seconda guerra, mondiale dove iniziarono le persecuzioni contro gli italiani. “Vicende che sono state a lungo trascurate per i convergenti interessi politici, interessi del nostro governo e della opposizione. Il Pci non aveva interesse ad evidenziare le proprie subordinazioni alla volontà del comunismo internazionale”.

La vicenda delle foibe negli anni ’90 è riemersa per essere trattata dai media, coinvolgendo cultura, società e politica, sui processi ai criminali di guerra che sono finiti con nulla di fatto.

Francesco Spanò ha parlato sulle tradizioni delle popolazioni italiane dell’Istria e della Dalmazia, degli esodi di massa degli italiani fuggiti in Italia, dell’ideologia e del patriottismo, della cultura di qui popoli italici, già italiani sin dai tempi dell’impero romano. Delle loro vite sociali molto avanti rispetto all’epoca o rispetto ad altri popolazioni.

Prima di chiudere il dibattito c’è stato un intervento di Gaetano Monea, il quale si è compiaciuto dell’incontro, ricordando che nel passato anche lui, da consigliere comunale, aveva fatto richiesta affinché fosse dato il nome ad una via del paese alle vittime delle foibe, e lo si poteva fare visto che si doveva completare la toponomastica della cittadina di Melicucco. L’assessore alla cultura Domenico Napoli ha concluso aggiungendo che “questi incontri sono molto interessanti sotto il profilo culturale in special modo se non vi sono i partiti con le loro ideologie a deviare i discorsi”.