Palermo non dialoga con il Popolo

E’ la denuncia forte di Pietro Minardi, Obiettivo Cambiamento, che in una intervista al giornale osserva che “ogni società, nel corso dei secoli, è sempre stata divisa da differenze di classe derivanti da differenze ideologiche o, nella maggior parte dei casi, di tipo economico. Nell’attuale Palermo queste differenze sono quanto mai evidenti. Basta fare un giro in città per capire come una parte di città non comunica con l’altra o peggio ancora una parte di città considera in modo quasi razzista l’altra”.

Minardi pone il dito nella “piaga”, quella mancanza di dialogo che prende il via da chi dirige la popolosa città del Mezzogiorno d’Italia. “La politica ha il compito di preservare la coesione sociale e i politici dovrebbero essere i reali protagonisti di essa. Purtroppo questo non è accaduto negli anni passati. Il popolo e la bassa borghesia, infatti, sono stati dimenticati dalla politica, sedotti in un primo momento dalle sontuose campagne elettorali ed abbandonati al momento dell’esecuzione pratica dei progetti e dei programmi”.

Sono osservazioni “forti” in una Palermo che ha “comandato” la protesta nazionale dei Forconi e che a breve sarà chiamata alle urne. Una riflessione che mette a nudo come in Sicilia c’è tanta voglia di cambiare. “Il nuovo volto politico a cui Palermo e tutti noi aspiriamo, deve essere bravo a comunicare con tutte le tipologie di cittadino, al di la che esso sia ricco o povero, che sia giovane o vecchio. In sintesi bisogna dialogare con il Popolo, povero, ricco o semplicemente benestante che sia, in modo da garantire quella coesione sociale che a Palermo manca da tempo”.