L’ambasciatore fascista Mario Vattani torna in Italia

Il console generale d’Italia a Osaka che aveva pubblicamente manifestato la sua fede fascista torna nel nostro Paese, richiamato dal Ministero. La Farnesina non commenta, limitandosi a ricordare che il 29 dicembre scorso il ministro Giulio Terzi aveva dato disposizioni di deferire Vattani alla Commissione di disciplina, sottolineando la necessità che la relativa procedura seguisse il suo corso, nel pieno rispetto della normativa vigente, con ogni possibile rapidità e secondo criteri di trasparenza.

Con lo pseudonimo di Katanga, il quarantacinquenne Vattani, è il leader del gruppo fascio-rock “Sotto fascia semplice”. Lo scorso maggio, in occasione di un raduno organizzato da CasaPound, è stato ripreso mentre intonava versi contro i pacifisti e i disobbedienti, davanti al pubblico che, davanti al palco, tendeva le braccia per il saluto romano. Ora il figlio di Umberto Vattani, uno dei diplomatici più potenti d’Italia, è stato richiamato per mettersi a disposizione della Commissione disciplinare della Farnesina, che sta esaminando il caso. Dovrebbe giungere nella Capitale al più tardi domani. Sin dall’inizio, come ricordato dal ministero, Terzi aveva chiesto che la procedura fosse la più rapida possibile, sempre nel pieno rispetto dei diritti di Vattani. Nello stesso senso si era espresso il sindacato maggioritario della Farnesina, il Sindmae. “La gravità di un comportamento che risultasse riconducibile all’apologia di fascismo in luogo pubblico da parte di un alto funzionario dello Stato è tale da non poter essere minimizzata né tralasciata. Il Sindmae ritiene non accettabile che venga gettata un’ombra sulla fedeltà dei diplomatici italiani ai valori fondanti della Repubblica”.

Un giudizio duro era venuto nei giorni scorsi anche dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, di cui Vattani fu consigliere diplomatico dal 2008 al 20011. “Mario Vattani è un diplomatico che ha fatto una brutta performance. La Farnesina ha aperto un procedimento disciplinare e credo debbano esserci sanzioni”.