Vendola rilancia l’alleanza con il Pd e l’Idv

Assemblea Nazionale del partito del governatore pugliese, dedicata al tema “per la giustizia sociale. Una nuova sinistra per salvare l’Italia e l’Europa”. Decine di interventi, migliaia di persone. Tutte strette intorno alle parole di Nichi Vendola, che lancia la sfida per risvegliare la politica italiana dal sonno tecnocratico in cui sembra caduta. “Non è possibile. Non possiamo stare nel recinto deciso da quattro banchieri e da tre agenzie di rating”. E al Governo Monti. “Parlare dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori senza tabù? Bene: estendiamolo a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici”.

La sfida di Nichi parte dalla Sala America dell’Hotel Summit, Roma. Tra cui i protagonisti della vittoria del centrosinistra alle amministrative della scorsa primavera. Giuliano Pisapia. Luigi De Magistris, Massimo Zedda, Michele Emiliano. Milano, Napoli, Cagliari, Bari. Un quadrilatero virtuoso da cui far ripartire la politica. Una ricostruzione che, secondo Vendola, passa per “un nuovo patto sociale” che allontani la paura, ridia speranza agli italiani. Una buona politica, un filo rosso per ricucire una nazione che rischia di cadere nelle mani del “berlusconismo di ritorno, di una nuova deriva populistica” e antipolitica. Innovazione, ambientalismo, nuove forme di partecipazione. Le questioni dei migranti. Il nuovo femminismo delle donne di Se Non Ora Quando. E soprattutto il lavoro. Parola chiave. Di più: tassello centrale della trama vendoliana. “Dobbiamo aggredire le nuove forme di povertà, ricacciare indietro ogni forma di liberalismo strisciante, combattere la precariertà”. Maurizio Landini, segretario della Fiom, è tra i più applauditi. La sua battaglia a Pomigliano diventa simbolo, emblema. Vendola: “La sinistra non può abbandonare una determinata idea di civiltà: quella che ci costringe a denunciare con forza uno scandalo inimmaginabile: vi sembra possibile che il solo fatto di avere in tasca la tessera della Fiom privi centinaia di operai del loro lavoro?”. I militanti di Sel non smettono di applaudire. Come quando il governatore della Puglia declina la tragedia del Giglio nell’ottica del fallimento di una determinata “idea di modernità: dobbiamo curare il nostro patrimonio ambientale”. Poi il Governo Monti. E il coraggio “di dire la propria”. Sulle liberalizzazioni, per esempio. Un provvedimento che “ci piace per quello che non contiene, per quello che non tocca”. Il tema s’intreccia a quello di beni comuni. “Difenderemo i risultati del referendum. La maggioranza degli italiani si è espressa”. E la “tecnocrazia non può congelare il calore della democrazia”. E ancora sul lavoro: “Parlare senza tabù dellìart. 18? Bene, estendiamolo a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici”. Poi il mezzogiorno. Stretto nella morsa della criminalità perché manca una strategia complessiva di sviluppo. Strategia che tiene dentro anche l’Europa. Che deve finalmente essere “soggettività politica” e non luogo di elaborazione di politiche di austerity, per di più firmate dalla “mediocre coppia” Merkel-Sarkozy. E anche Rita Borsellino, europarlamentare e candidata alle primarie del centrosinistra per il comune di Palermo, richiama sulla necessità della costruzione dell’Europa politica.

Tante le parole dedicate alle alleanze e ai rapporti con gli altri partiti del centrosinistra. Giuliano Pisapia striglia l’Italia dei Valori, “non si può mancare di rispetto alle istituzioni”. De Magistris rilancia: “i referendum lo dimostrano. Siamo già maggioranza nel Paese. Dobbiamo metterci in cammino per vincere le elezioni del 2013”. Poi ancora Vendola. “Dico agli altri partiti che dobbiamo lavorare insieme per mandare definitivamente in soffitta il berlusconismo”. Dalla foto di Vasto al governo Monti. Un passaggio che non deve far abbassare la guardia alla politica. Anzi. Che può rilanciare la “buona politica”: “Dobbiamo evitare le finzioni, dobbiamo abbattere i recinti, continuare a metterci in gioco e contaminarci. Lavorare per una democrazia aperta, per partiti e formazioni politiche del tutto contendibili”.