La nave Costa Concordia è naufragata dopo aver urtato uno scoglio

Lo ha detto a Porto Santo Stefano il direttore generale di Costa Crociere Gianni Onorato.  “Al momento della collisione con uno scoglio il comandante della Costa Concordia era sul ponte di comando”. Alcuni passeggeri, però, hanno raccontato che il comandante si sarebbe trovato nella sala dove veniva servita la cena. Sul ponte di comando ci sarebbero stati un ufficiale e 4 sottoufficiali. L’impatto con uno scoglio che, ha raccontato il comandante Francesco Schettino della nave “non era segnalato sulla carta”. “Credo che si debba capire in quei momenti quale sia la scelta migliore – ha detto – E’ successo che mentre camminavamo con la normale navigazione turistica ci siamo scontrati con uno spunzone di roccia che non era segnalato sulla carta, non c’era. Eravamo a 300 metri dagli scogli e quello sperone non doveva esserci. Io e l’equipaggio siamo stati gli ultimi ad abbandonare la nave”. Sentito dalla procura il comandante ha messo a verbale che la manovra era consentita.

“Non è corretto dire che la nave era fuori rotta- ha detto il direttore Onorato-  E’ stato un evento imprevedibile aggravato da una non prevedibile inclinazione della nave”.  “Collaboreremo con le autorità preposte per fare tutti gli accertamenti necessari. La nave stava procedendo da Civitavecchia verso Savona su una rotta che fa 52 volte l’anno. Solo le analisi tecniche ci diranno che cosa è successo”.

L’urto contro lo scoglio che ha squarciato la chiglia della Costa Concordia è avvenuto probabilmente alcune miglia prima dell’isola del Giglio.  La nave, pur imbarcando acqua, ha proseguito la navigazione e solo successivamente ha invertito rotta puntando verso il porticciolo Giglio. Nella prima segnalazione fatta alla Capitaneria di Porto, è stato, infatti, riferito che la nave “imbarcava acqua”. L’equipaggio ha probabilmente immaginato, in un primo momento, di poter gestire l’emergenza. Quando ciò è parso impossibile, il comandante ha ordinato di cambiare rotta e di dirigere verso l’Isola del Giglio. Proprio l’avvicinamento alla terraferma, secondo molti soccorritori, ha impedito che l’incidente avesse conseguenze ancor più tragiche e che la nave si inabissasse.