Ingerenze tedesche per far fuori Berlusconi

La cancelliera tedesca Angela Merkel chiamò il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso ottobre, dicendosi ”preoccupata” del fatto che il premier Silvio Berlusconi non riuscisse a fare le riforme necessario. Di lì a poco la maggioranza sarebbe venuta meno e il Quirinale sarebbe stato costretto a trovarne un’altra per il bene delle riforme.

In un’inchiesta a puntate sull’anno nero dell’euro, dopo aver affrontato ieri le divisioni europee sulla Grecia, il giornale Wall Street Journal, oggi punta i riflettori sull’Italia: ”Fin dall’alba della crisi, a fine 2009, i leader d’Europa sapevano che avrebbero dovuto evitare una fuga dai titoli di Stato italiani”. Dopo aver voluto a tutti i costi imporre ai privati perdite sul debito greco, Berlino ha assistito al contagio di economie ben più grandi e difficili da sostenere: ”La politica italiana aveva inquietato i mercati ulteriormente, con Berlusconi in lite con il suo ministro dell’Economia Giulio Tremonti”, scrive il Wsj. Ecco allora intervenire l’Eurotower con la sua lettera “segreta” di agosto mentre, ricostruisce il giornale ”Trichet e Draghi telefonavano a Berlusconi chiedendogli di onorare le promesse”. Lo stallo politico e il trascinarsi della situazione, con le correzioni di bilancio giudicate insufficienti dai mercati, avrebbero nel giro di pochi mesi portato alla telefonata Berlino-Roma: ”L’incapacità di Berlusconi di rianimare l’economia italiana ora metteva in pericolo tutta Europa. Cosi’ Merkel si decise a chiamare Napolitano”, scrive il Wsj, apprezzando le misure fatte fino ad allora ma chiedendo ”riforme più aggressive”, dicendosi ”preoccupata che Berlusconi non fosse forte abbastanza per farle” e ringraziando Napolitano per fare quanto in suo potere ”per promuovere le riforme”.

Il presidente della Repubblica, secondo Wsj, avrebbe detto che ”non era rassicurante che Berlusconi avesse ricevuto la fiducia del Parlamento con un solo voto di scarto”. Fu così secondo il giornale americano, che Napolitano ”cominciò a verificare il sostegno ad un nuovo governo fra i partiti politici se Berlusconi non fosse riuscito a soddisfare l’Europa ne i mercati”: ”la pressione tedesca aiutò la formazione di un nuovo governo attento alle riforme”.

Al successivo vertice di Cannes Berlusconi si sarebbe sentito dire, secondo il giornale newyorchese, che ”Italia stava per perdere l’accesso ai mercati obbligazionari”. Poche ore dopo, l’8 novembre, Berlusconi avrebbe perso la sua maggioranza aprendo la strada alle dimissioni e al governo Monti.

Il Quirinale smentisce la ricostruzione del Wsj su presunte pressioni da parte di Angela Merkel su Napolitano per dare all’Italia un nuovo governo. Nella telefonata, si legge in una nota, non venne posta “alcuna questione di politica interna italiana, né tanto meno avanzò alcuna richiesta di cambiare il Premier”. “In riferimento ad alcune indiscrezioni di stampa, internazionale e italiana – si legge nella nota del Quirinale – si precisa che nella telefonata, niente affatto segreta, del 20 ottobre 2011, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Cancelliere della Repubblica federale tedesca, Angela Merkel, non pose alcuna questione di politica interna italiana, né tanto meno avanzò alcuna richiesta di ‘cambiare il premier’. La conversazione – viene sottolineato – ebbe per oggetto soltanto le misure prese e da prendere per la riduzione del deficit, in difesa dell’Euro e in materia di riforme strutturali”.