Da Mimmo Pantano la sfida nel Pd vibonese

È tempo di austerity. Adesso che la cosiddetta politica nazionale è stata messa alla porta sotto l’egida del capo dello stato Giorgio Napolitano e affidato il nostro destino nella mani di Mario Monti con una solenne e sobria liturgia decantata sulle pagine dei media, la vera politica, fatta di impegno, di passione, di onestà e di autentico sacrificio, non sta a guardare. Soprattutto nella periferia d’Italia. Nelle propaggini della Penisola si anima il desiderio di far sentire la propria voce, se pur labile e un po’ provata. Lo fa con la partecipazione alle aspirazioni e alle speranze di un tempo, con la consapevolezza che molti ideali sono stati traditi dalla moneta del potere e degli egoismi spregiudicati. Lo dimostra una nuova voglia di essere protagonisti che si legge anche nella partecipazione che è avvenuta alla manifestazione che si è svolta a piazza San Giovanni. Sono giovani, con una forte partecipazione femminile, che interpretano l’attività politico-sociale e culturale come un’esperienza di vita ma anche una responsabilità etica. Un bel gruppo che nel tempo si sta sempre di più coagulando attorno all’unico attore militante sulla scena di San Calogero, Mimmo Pantano, da sempre legato agli ideali di sinistra e adesso iscritto nelle liste del Partito Democratico. Lo dicono anche i numeri con i quali si sta preparando per entrare in scena per le comunali di San Calogero, quando lo stesso governo Monti avrà termine, nel 2013, data che vedrà il rinnovo dell’amministrazione provinciale, se non ci saranno novità sul fronte interno ed esterno, come la paventata abolizione delle province.

Insomma, nonostante la lauta cassa integrazione del parlamento italiano, in periferia ferve il desiderio di avviare un serio rinnovamento per salvare l’onore patrio. Come è stato scritto sulle pagine di Calabria ora (11 – 11 – 2011) da Emanuela Pagnotta, testimone del recente evento della manifestazione nazionale del PD contro il governo Berlusconi sabato 5 novembre, che mette in rilievo la “risicata presenza dei vertici del PD vibonese, tranne il consigliere regionale Bruno Censore e l’assessore provinciale Michele Mirabello. Solo quattro i bus partiti da tutta la provincia, due dei quali direttamente da San Calogero, “dove il leader locale Mimmo Pantano si è personalmente speso per pubblicizzare l’evento e coordinato” pur non avendo un ruolo specifico.

Un risultato importante per l’esponente locale del Partito Democratico che ancora una volta ha dimostrato nei numeri di essere in grado di mettere insieme tante persone, soprattutto donne e giovani che spontaneamente, come ha dichiarato, “si sono avvicinati al nostro gruppo politico con la convinzione che fosse necessario esprimere la propria opinione e il dissenso per come stanno andando le cose in Italia. Il risultato raggiunto – ha spiegato inoltre Pantano – è ancora più importante alla luce del fatto che a San Calogero non è ancora ufficialmente costituita una sezione del PD”. Questa dichiarazione è emblematica del clima che si respira in casa dei democratici, soprattutto tra chi è in prima linea tra la gente a portare la croce e a cantare. In questo tempo di sbornia berlusconiana, attanagliata dall’anestesia della democrazia e dalla corruzione portata allo spasmo, è assolutamente urgente ritornare alla vera politica. Lo sottolinea con forza Pantano, che denuncia la disorganizzazione in cui versa il Partito Democratico, sia sul territorio provinciale che su quello regionale. Le dimissioni del senatore Adriano Musi da commissario regionale nei giorni scorsi ne testimonia le enormi difficoltà, segno di posizioni di rendita che alcuni vertici vogliono a tutti i costi mantenere, contro una reale democrazia nel partito. La base chiede di avere voce, e non rimanere sempre ai margini e portare acqua nel mulino dei soliti noti il cui obiettivo è restare in sella, non certo risolvere i problemi del territorio. L’autoreferenzialità, i personalismi, gli interessi particolari, sono i nemici che giocano in casa di un idea che dovrebbe aprire un dibattito interno serio e avviare un processo di rinnovamento.

Mimmo Pantano è già pronto per tentare di ridare speranza ad un territorio che stenta a ritrovare dignità e fiducia; assieme a lui tanti giovani sostenitori che chiedono un vero confronto sui problemi da affrontare e su un impegno serio e vero, non soltanto parole prive di contenuto che rafforzano la sfiducia e minano le basi della  democrazia.